1948 Celestino Zapponi, Nicola Messina e Antonio Di Salvo
1982 Andrea Mormile
1982 Strage di Via Carini
1995 Pierantonio Sandri
1998 Giuseppina Guerriero
2002 Giuseppe Francese
2006 Veronica Abbate
1948 Celestino Zapponi, Nicola Messina e Antonio Di Salvo Ucciso a Partinico (PA)
Celestino Zapponi era un commissario di Polizia, Nicola Messina un maresciallo dei Carabinieri e Antonio Di Salvo capitano dei Carabinieri. Furono uccisi a Partinico in un agguato con raffiche di mitra e bombe a mano; delitto imputato immediatamente agli uomini della banda Giuliano che punivano con sanguinosi delitti chi osava opporsi a loro.
1982 Andrea Mormile Maresciallo di 30 anni Ucciso a Frattaminore (NA)
Il Maresciallo della Polizia di Stato presso la Questura di Napoli Andrea Mormile fu assassinato in un agguato a Frattaminore. Quella sera si trovava all’esterno di un circolo ricreativo, poco prima di andare a casa, quando si avvicinò lentamente una Volkswagen di colore verde scuro con due uomini a bordo: uno dei killer scese imbracciando un mitra ed sparò contro il maresciallo poi, una volta finiti i colpi del caricatore, colpì, pare per altre 5-6 volte, il corpo ormai senza vita dell’agente con una pistola.
1982 Strage di Via Carini Accaduta a Palermo
Muoiono il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.
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CARLO ALBERTO DALLA CHIESA Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa nacque a Saluzzo, in provincia di Cuneo, il 27 settembre 1920. Entrò nell’Arma nel 1942 dopo un’esperienza nell’Esercito. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, entrò nella Resistenza. Al termine della guerra, fu destinato al comando della tenenza a Bari, città nella quale conobbe Dora Fabbo, che nel 1945 sarebbe diventata sua moglie. Dopo un’esperienza in Campania, nel corso della quale si occupò della lotta al banditismo, fu inviato in Sicilia a combattere il bandito Giuliano. Venne poi trasferito prima a Firenze, poi a Como, Roma e Milano. Nel 1966 tornò in Sicilia, dove fino al 1973 comandò la legione carabinieri di Palermo con il grado di colonnello, in un periodo di forte trasformazione di Cosa Nostra. Nel 1970 svolse indagini sulla misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Le indagini furono svolte con ampia collaborazione fra i Carabinieri e la Polizia, sotto la direzione di Boris Giuliano, anch’egli in seguito ucciso dalla mafia mentre iniziava ad intuire le connessioni tra mafia ed alta finanza. Nel 1971 si trovò ad indagare sulla morte del procuratore Pietro Scaglione. Il risultato di queste indagini fu il dossier dei 114 (1974): come conseguenza del dossier, scattarono decine di arresti dei boss e, per coloro i quali non sussiste la possibilità dell’arresto, scattò il confino. L’innovazione voluta, però, da Dalla Chiesa fu quella di non mandare i boss al confino nelle periferie delle grandi città del Nord Italia; pretese invece che le destinazioni fossero le isole di Linosa, Asinara e Lampedusa. Dalla Chiesa riuscì quindi, per la prima volta, a disegnare la mappa del potere mafioso a Palermo e delle aree di influenza delle 28 famiglie di Cosa Nostra. Promosso al grado di generale, fu nominato comandante della divisione Pastrengo a Milano. Nel 1974 divenne comandante della Regione Militare Nord Ovest e creò una struttura antiterrorismo a Torino, che, nel settembre del 1974, gli consentì di catturare i leader brigatisti Renato Curcio e Alberto Franceschini. Nel 1977 venne nominato responsabile della sicurezza nelle carceri. Nel mese di agosto del 1978 fu incaricato di coordinare la lotta contro il terrorismo, occupandosi con successo della caccia alle Brigate Rosse dopo l’omicidio di Aldo Moro. Nel maggio del 1982 venne invece inviato in Sicilia come Prefetto di Palermo per combattere la mafia. Alle ore 21.15 del 3 settembre del 1982, la A112 bianca sulla quale viaggiava il prefetto, guidata dalla seconda moglie Emanuela Setti Carraro (Dora era morta nel febbraio del 1978), fu affiancata in via Isidoro Carini da una Bmw dalla quale partirono alcune raffiche di kalashnikov Ak-47 che uccisero il prefetto e la sua giovane moglie. Dalla Chiesa aveva 62 anni. EMANUELA SETTI CARRARO Nacque a Milano nel 1950, da famiglia della borghesia buona milanese. Era la figlia di Maria Antonietta Carraro, vedova Setti, capogruppo di Crocerossine durante la seconda guerra mondiale. Seguì l’impegno materno e si diplomò come infermiera all’Ospedale Principessa Iolanda di Milano per divenire volontaria della Croce Rossa. Divenne moglie del generale Carlo Alberto dalla Chiesa (vedovo dal 1978) il 12 luglio 1982. Nei pochi mesi trascorsi insieme a Palermo, fu l’unica persona che il generale ebbe al suo fianco. La sera di venerdì 3 settembre 1982, alle ore 21.15, ora dell’agguato mortale di via Carini, la donna, appena 32enne, era alla guida della sua A112 con a fianco il marito. I loro corpi furono rinvenuti crivellati di colpi, con il generale che l’abbracciava come in un disperato tentativo di farle scudo con il proprio corpo. La ricostruzione indicherà che fu la prima ad essere colpita dal sicario. DOMENICO RUSSO Era un agente di Polizia di scorta del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Aveva 32 anni quando, il 3 settembre del 1982, mentre stava seguendo la macchina del Prefetto, venne affiancato da una motocicletta dalla quale partì una raffica di proiettili che lo uccise.
1995 Pierantonio Sandri Di 19 anni Ucciso a Niscemi (CL)
Pierantonio Sandri era uscito da casa e non tornò mai più perché alcuni suoi coetanei lo uccisero su ordine del boss e ne seppellirono il corpo nella Sughereta. Le indagini si scontrarono contro un muro di silenzio e omertà poi, nell’agosto del 2009, iniziò a collaborare con la giustizia Giuliano Chiavetta, un giovane usato dalla mafia come manovalanza nelle azioni criminali. L’uomo, coetaneo di Pierantonio, era un ex alunno della madre Ninetta. Si autoaccusa dell’omicidio e indica agli inquirenti il luogo, in quella contrada nella quale per 14 anni è rimasto sepolto il corpo di Sandri.
1998 Giuseppina Guerriero Di 42 anni Uccisa a Scisciano (NA)
Giuseppina Guerriero venne uccisa per caso mentre tornava dal lavoro: i killer spararono diversi colpi dalla loro moto a tutta velocità. Quei proiettili erano diretti a Saverio Pianese, capozona del clan Capasso. La donna lavorava come bracciante e aveva successivamente trovato un lavoro serale in una pizzeria come cuoca. Aveva quattro figli di cui la più piccola di 14 anni.
2002 Giuseppe Francese Di 35 anni Morto a Palermo
Giuseppe Francese era piccolo quando la mafia gli uccise il padre Mario, cronista del Giornale di Sicilia assassinato nel 1979: una tragedia che ha segnato la sua esistenza fino a portarlo, molti anni dopo, a togliersi la vita.
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In questi anni Giuseppe ha vissuto nel ricordo di quel padre: ha raccolto i suoi articoli, inchieste, interviste, ha seguito il processo a mandanti ed esecutori dell’agguato. Un’inchiesta riaperta proprio sulla base dell’archivio che Giuseppe aveva curato prima di consegnarlo ai magistrati. Alla fine riuscì a far condannare mezza Cupola: Bagarella, Riina, Provenzano e altri quattro mafiosi. Il giorno dopo la sentenza di primo grado, Giuseppe lasciò un biglietto con su scritto: «Ho svolto il mio compito, ho fatto il mio dovere, vi abbraccio tutti, scusatemi». Si è suicidato nella sua casa il 3 settembre del 2002.
2006 Veronica Abbate Di 20 anni Uccisa a Mondragone (CE)
Veronica Abbate venne uccisa dall’ex fidanzato, ex allievo della Guardia di Finanza, che dopo la fine della loro relazione chiese un chiarimento pretendendo di riavere la ragazza per sé. Al rifiuto di Veronica le sparò un colpo alla nuca con la pistola d’ordinanza.