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Vittime innocenti: 1 settembre

  • 1977 Mario Conte, Maria Rosa Bellocco e Francesco Conte
  • 1990 Domenico Catalano

1977
Mario Conte, Maria Rosa Bellocco e Francesco Conte

Marito, moglie e figlio
Uccisi a Rosarno (RC)

La notte del 1 settembre 1977 tre persone vengono assassinate: una donna, un uomo e un bambino. Una famiglia sorpresa nel sonno e massacrata a colpi di arma da fuoco e di coltello. Si salverà solo il secondogenito poco più che neonato, trovato al mattino piangente accanto al corpo della madre. Dormivano insieme sull’unico letto di una casupola di una sola stanza.

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Anni di indagini e diversi processi fecero luce sulle ragioni di quella carneficina. Mario Conte, bracciante a giornata, si sposta a Rosarno per cercare lavoro, si innamora di Maria Rosa e si sposano. Lei invece di cognome fa Bellocco: cugina di Bellocco Umberto, il capo dei capi direbbe la televisione. I maschi della famiglia le rimproverano una relazione adulterina il che a Rosarno può voler dire uno sguardo di troppo o una chiacchiera di paese. Mario è il marito, la gente sparla, “deve” ucciderla al più presto: pare gli abbiano anche messo in mano la pistola. Ma Mario si rifiuta. I congiunti insistono, minacciano ma lui non si piega. Sarà il primo a cadere quella sera, di una “tremenda coltellata al ventre”, e poi finito a colpi di pistola. Al figlio Francesco, di nove anni, sparano al collo ed al cuore. Li troveranno l’uno accanto all’altro sul divano, al mattino. A nove anni si è già abbastanza grandi per testimoniare. Lei sarà uccisa per ultima, di fronte al piccolino con cui dormiva sul lettone. Si difende disperatamente Maria Rosa, imbraccia il fucile da caccia poggiato su un ripiano ma è scarico. Fulminata da due colpi di pistola, all’esame autoptico risulteranno tuttavia “numerose ferite di coltello rinvenute in varie parti del corpo”: i tagli del coltello sono localizzati sui genitali, lei troppo femmina lui troppo poco uomo. Il padre di lei sarà poi indagato insieme agli altri uomini della famiglia.

1990
Domenico Catalano

Di 16 anni
Ucciso a Reggio Calabria

Domenico Catalano, residente a Roma da tempo, era tornato nella terra dei suoi genitori per una vacanza. Quella sera stava gironzolando in moto con Natale Cozzupoli, un suo amico. Domenico morì a causa di un tragico errore. Il commando, il quale lo avvicinò e pose fine alla sua vita a colpi di fucile, individuò in lui la vittima designata. Infatti, quel fatidico primo settembre entrambi portavano una maglietta a righe e vagavano a bordo di un ciclomotore.