Vittime innocenti: 18 dicembre

Aniello Arcella, era figlio d’ arte: suo padre civilista di fama, suo zio magistrato. Un futuro tranquillo nel civile, poi la svolta che gli avrebbe cambiato carriera e vita. Arrestano suo cognato, il brigatista Nicola Pellecchia, lui decide di difenderlo e si innamora del criminale. Diventa in breve il difensore di imputati di associazione mafiosa. Viene bollato come avvocato dei clan: due su tutti, Giuliano e Stolder. Quest’ ultima difesa lo porta in carcere. Arcella viene accusato di aver aiutato il boss Raffaele Stolder a dribblare le indagini. Confermando la falsa identità del padrino. E’ condannato in primo grado a tre anni per favoreggiamento e infedele patrocinio, scagionato dall’ associazione mafiosa. La vicenda lo marchia agli occhi dei magistrati e anche di molti colleghi. Ma lui va avanti. L’ultima apparizione pubblica in tribunale, pochi giorni prima della sua morte.