1905 Luciano Nicoletti Contadino di 54 anni Ucciso a Corleone (PA)
Luciano Nicoletti è stato un contadino italiano legato al Partito Socialista Italiano di cui era militante.
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Fu tra i più attivi contadini socialisti che chiedevano l’applicazione dei Patti di Corleone, e lottando attraverso gli scioperi.. Non potendo lavorare, i contadini rischiavano di morire, così fu tra i promotori di una “cassa di resistenza” per mantenere le famiglie degli scioperanti che, per breve tempo, riuscì ad aiutarli. Le sue lotte non furono accettate dalla mafia che il 14 ottobre lo fece uccidere con due colpi di lupara.
1920 Giovanni Orcel Sindacalista di 33 anni Ucciso a Palermo
Giovanni Orcel fu pugnalato al fianco da un sicario: era la sera del 14 ottobre 1920. Orcel, sindacalista schedato dalla prefettura come “socialista rivoluzionario”, stava tornando a casa in compagnia dell’amico Pietro Parrino dopo avere appena lasciato la sede palermitana della Fiom.
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Fu ucciso per ordine di Sisì Gristina, capo-mandamento di Prizzi. Orcel sapeva che il suo destino era questo: morire ammazzato. Venne ucciso al culmine di una vertenza che era finita con l’occupazione del cantiere navale da parte degli operai. Orcel era il leader dei lavoratori metallurgici di Palermo: erano anni di forti agitazioni sociali, di lotte e di vertenze.
1974 Emanuele Riboli Di 17 anni Ucciso a Buguggiate (VA)
Emanuele Riboli aveva 17 anni e frequentava un istituto serale nel capoluogo. Suo padre possedeva una piccola azienda che gli permetteva di condurre una vita abbastanza agiata ma di certo non lussuosa.
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L’azienda del padre Luigi dava lavoro a qualche decina di persone, tra loro i fratelli Sergi, calabresi, i cui cugini, gli Zagari, erano a capo di una ‘ndrina di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Il gruppo fiuta un colpo facile: rapire Emanuele, chiedere un riscatto e fuggire. Il ragazzo verrà rapito il 14 ottobre del 1974 mentre rientrava dalla scuola serale. Il riscatto richiesto sarà un miliardo di lire: decisamente oltre le possibilità dei Riboli. Con molta pazienza, si riesce a negoziare per 200 milioni di lire. I rapitori accettano ma la polizia insiste per provare a catturare i malviventi. L’operazione sarà un disastro, e l’intento delle forze dell’ordine verrà scoperto. Il destino di Emanuele è segnato: il ragazzo era già stato tenuto chiuso per due settimane in un bagagliaio ma non sarà nulla rispetto a quanto accadrà in seguito. Il ragazzo verrà avvelenato e, in seguito alla sua morte, per far sparire le prove il suo corpo verrà dato in pasto ai maiali. L’ennesimo sfregio alla sua memoria sarà da parte di uno Stato che ignorò segnalazioni importanti da parte di alcuni testimoni, tralasciò prove schiaccianti e fece naufragare tragicamente il tentativo di arresto dei malviventi.
2010 Pietro Capone Imbianchino di 23 anni Ucciso a Aversa (CE)
Pietro Capone, imbianchino, viene ucciso il 14 ottobre 2010 per aver difeso la moglie dalle avances del figlio di un esponente del clan dei Casalesi. Pietro si incontra con Mario Borrata per un chiarimento ma il camorrista lo colpisce con un fendente al collo. Trasportato d’urgenza in ospedale, il giovane ferito muore per arresto cardiocircolatorio.