L’Europa è un punto di arrivo per molte persone per diverse ragioni, una tra tutte, piuttosto recente, è quella legata alla guerra in Ucraina dove donne e bambini scappano dal loro Paese di origine per ricostruire un futuro di pace in un nuovo Stato che li accoglie. Le cause dell’immigrazione sono un insieme di fattori di attrazione ed esclusione che vanno dalla sicurezza alla demografia, dai diritti umani alla povertà e al cambiamento climatico.
Negli ultimi anni l’Europa si è trovata ad affrontare i flussi migratori più rilevanti dalla Seconda guerra mondiale. Nel 2015 ci sono state 1,25 milioni di prime richieste di asilo nell’Unione europea. Nel 2019 le richieste sono scese a 612.700. Nel 2019 sono state più di 120.000 le persone che hanno cercato di raggiungere l’Europa via mare. Nel 2015 furono più di un milione.
Nel 2019 il numero di attraversamenti illegali delle frontiere è sceso a 141.700, il livello più basso degli ultimi anni e una cifra del 92% più bassa del livello del 2015. Anche se i flussi migratori sono diminuiti, la crisi ha evidenziato i limiti del sistema europeo dell’asilo. Il Parlamento ha cercato di rispondere proponendo di modificare le regole sull’asilo in Europa nel 2017, ma anche rafforzando i controlli alle frontiere.
Siccome la riforma della politica comune di asilo è ancora in fase di stallo, a settembre 2020 la Commissione europea ha proposto un Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, che stabilisce procedure più rapide per tutto il ciclo del sistema UE di asilo e immigrazione e offre ai paesi UE nuovi modi per mostrare solidarietà. Il nuovo patto costituisce una revisione del regolamento di Dublino, che stabilisce ad oggi il paese responsabile per le domande di asilo.
Il Parlamento europeo e gli stati membri riuniti nel Consiglio, in quanto co-legislatori, devono trovare un accordo su questa proposta. A causa dei recenti avvenimenti, l’Onorevole ed Europarlamentare Franco Roberti è stato ospite dei microfoni di Radio Siani.
L’Onorevole Roberti ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Il Partito Democratico ha avuto un ruolo decisivo nell’abrogazione dei Decreti Salvini, con i Decreti immigrazione e sicurezza dell’ottobre 2020, ridisegnando il permesso di soggiorno per motivi umanitari, introducendo per esempio il permesso di protezione speciale per la salvaguardia della vita privata e familiare dello straniero, prevedendo la categoria inedita dei “migranti ambientali”, il permesso per calamità naturali, prevedendo la possibilità di convertire i permessi di soggiorno in permessi per lavoro subordinato. Tutto questo era stato cancellato dai decreti sicurezza del 2018- 2019. Il PD ha avuto un ruolo decisivo nel ripristinare questi principi fondamentali in tema di immigrazione. Si possono aggiungere altre cose: non c’è dubbio che la proposta dello ius soli, che il Partito Democratico sostiene, permetterebbe di sanare la situazione paradossale di chi è nato in Italia da genitori stranieri, vive da decenni nel nostro Paese, parla perfettamente l’italiano, ma non può vantare i diritti legati alla cittadinanza italiana, ciò deve essere assolutamente superato. Oppure lo ius scholae che al momento è impantanato nel Parlamento e che concederebbe il diritto di cittadinanza pure a chi non è nato in Italia, ma ha frequentato le nostre scuole e quindi si è perfettamente integrato. Il PD lo sostiene e spera che possa diventare una legge di questo stato”.
In una parte della popolazione, ma anche in alcune forze politiche del Paese, domina una visione comune: gli immigrati portano, dai loro Paesi di origine, criminalità e illegalità. A tal riguardo l’Onorevole Franco Roberti conclude l’intervista ai microfoni di Radio Siani, dichiarando: “I flussi migratori gestiti correttamente, dando quindi attenzione anche alla sicurezza, sono una grande opportunità di sviluppo per il nostro Paese, ma bisogna gestirli bene. Per fare ciò non basta il nostro Paese, serve l’Europa. Serve una politica unitaria ed integrata dell’immigrazione che veda affermati i principi della solidarietà e della condivisione delle responsabilità, nonché i principi fondativi dell’Unione Europea. Se non risolviamo il problema dell’immigrazione non potremmo mai veramente parlare di una compiuta integrazione politica europea”.
Ecco l’intervista completa negli studi di Radio Siani.
Cristian Sannino