30 dicembre 1946 Chicago
Patricia Lee Smith è una cantante e poetessa statunitense.
Figura atipica e rivoluzionaria nel rock degli anni settanta, è stata tra le grandi protagoniste del proto-punk e della New wave. Il grande carisma interpretativo e la suggestiva potenza delle parole delle sue canzoni le hanno fatto guadagnare il soprannome di ”sacerdotessa maudite del rock”.
La rivista Rolling Stone la inserisce al quarantasettesimo posto nella sua classifica dei 100 migliori artisti. A ventotto anni entra nel mondo della musica, dapprima con timidi readings di poesia e suoni (con il chitarrista Lenny Kaye) poi con singoli di etichette indipendenti, infine con un album prodotto da John Cale. Horses, del 1975, fa letteralmente epoca per la voce passionale e inebriata, la visionaria qualità poetica (per certi versi accostabile a Bob Dylan e Jim Morrison) e per la sferza della musica, un nudo rock elettrico che qualcuno ha definito punk, anche se quel termine avrebbe poi assunto una diversa sfumatura con l’avvento dei Sex Pistols e delle band britanniche.
Escono poi Radio Ethiopia (1976), Easter (1978) e Wave (1979): Patti diviene esponente di punta di un rock intelligente e nuovo, ammaliando i critici ma visitando anche le classifiche (Because the Night, scritta con Bruce Springsteen) e riuscendo a mantenere credibilità nei passaggi più spericolati, come quando nelle note al quarto album, Wave, inserisce una foto di Papa Luciani e la scritta “la musica è riconciliazione con Dio”.
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