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Luca Trapanese: “Inclusione significa non vedere più le differenze, ma andare oltre ogni aspetto fisico”

In una società che si autoproclama come giusta ed eguale per tutti, si sente parlare spesso di “Inclusione sociale”; ci siamo mai chiesti effettivamente cosa significhi? Agire per la tutela dei diritti umani delle persone con disabilità significa considerare la disabilità non come una malattia, ma come un rapporto sociale tra le caratteristiche delle persone.

Anche la Legge 67/2006 tutela le persone diversamente abili in caso di discriminazione, diretta o indiretta, quindi non ci può essere nessun pregiudizio. Spesso si crede che questo compito spetti solo a persone qualificate ed esperte, quando in realtà l’integrazione e l’inclusione sono aspetti della vita a cui la società civile dovrebbe dedicare tempo ed impegno, in quanto le persone affette da disabilità hanno diritto ad essere introdotte nel mondo del lavoro e della socialità alla pari di tutti gli altri individui.

Per questa ragione, Luca Trapanese è stato ospite dei microfoni di Radio Siani, raccontando la sua concezione di “inclusione” e “parità dei diritti” di persone disabili, illustrando nel dettaglio l’iter burocratico che ha dovuto affrontare per poter ottenere l’affidamento di sua figlia Alba.

Luca è il primo genitore single ad aver adottato una bambina con sindrome di Down. Come lui stesso ci racconta: “L’inclusione significa non vedere più le differenze. Siamo in una società che ha paura delle differenze e delle diversità. Includere significa che siamo tutti diversi e allo stesso tempo tutti uguali, perché la differenza di ognuno di noi è solo ricchezza per tutta la comunità”. La società spesso guarda la disabilità come qualcosa da cui scappare. E’ un mondo affidato al Terzo settore e a quello del volontariato, ma in realtà le persone disabili, secondo Luca “sono prima delle persone e poi disabili”, che hanno bisogno di una vita autonoma e di un inserimento nella società. Inoltre, ha aggiunto, che la paternità, come la maternità, è una vocazione ed una consapevolezza, un istinto che, ad un certo punto della sua vita, è divenuto sempre più forte, scegliendo infine di essere padre di un figlio disabile, grazie anche alle sue esperienze di vita dedicate al mondo del volontariato.

Grazie a questa sua dedizione verso il prossimo, Luca è coinvolto in diverse attività sociali, che culminano nella fondazione dell’associazione “A Ruota Libere Onlus” ma non solo: è autore di diversi libri che nascono dalla voglia di educare alla disabilità. L’ultimo romanzo, che ha rappresentato per l’autore una vera e propria sfida, “Le nostre imperfezioni” Stanze Salani Editore, vuole parlare di disabilità e di amore a trecentosessanta gradi, raccontando la storia di due ragazzi disabili che, contro tutto e tutti, decidono di vivere la loro vita da persone indipendenti.

A chiusura della nostra intervista, Luca ha voluto salutarci con un messaggio che speriamo di trasmettere con altrettanta chiarezza e semplicità, in modo da permetterne la diffusione: la consapevolezza che le persone affette da disabilità vanno trattate alla pari di tutte le altre, “andando oltre l’aspetto fisico” e guardando semplicemente la persona.

Cristian Sannino

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