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99 Posse: “Mai smettere di lottare per i propri ideali”

Trent’anni di carriera celebrati con i singoli “Comanda la Gang” e “ Nero su bianco”. La storica band composta da Marco Messina, Luca Persico e Massimiliano Jovine, simbolo degli anni 90, ci parla del suo percorso artistico e musicale, segnato da lotte, ideali e sempre controcorrente. Una carriera “a muso duro”, partita da “Curre Curre Guaglio” e da Officina 99 , sino al G8 di Genova, le lotte per il popolo palestinese, con il cuore e l’anima sempre ribelle, che da Napoli ha conquistato l’Italia.

Partendo dal vostro ultimo singolo “Nero su Bianco”, si capisce che di fronte alle ingiustizie e agli abusi di potere, siamo tutti “Neri”, non è un problema di colore della pelle ma di chi fa uso della forza per imporsi. E’ una lettura giusta?

In realtà non è proprio così, io direi piuttosto che è una questione di classe, perché se sei ricco e privilegiato certe cose non ti succederanno mai, a prescindere dal colore della pelle.

Lo scorso 1 Maggio , Officina 99 ha festeggiato i suoi 30 anni. Oggi come allora, a distanza di tanto tempo che effetto fa, guardare alle proprie origini?

Io amo guardare le mie origini innestandole col contemporaneo per affrontare il presente ed immaginare il futuro; diciamo che sono meno interessato a guardarle in senso (auto)celebrativo. In tal senso analizzo i tanti errori fatti e le vittorie conseguite. Questo ovviamente non significa che non sia orgoglioso e soddisfatto di quanto ho costruito come uomo, come band e come “movimento”.

Rimanendo in tema, a luglio saranno vent’anni dal G8 di Genova. Ma prima ci fu quello storico organizzato a Napoli. Sono segni del tempo che portate sulla pelle . Cosa significarono umanamente quelle esperienze?

Quelle esperienze sono state fondamentali per la mia vita e per quella della mia generazione. Tutta la costruzione di quei giorni fu epica, una moltitudine di esseri umani che metteva da parte le differenze per unirsi attorno al progetto di un futuro alternativo allo schifo che vivevamo e che stiamo vivendo. Sognare è bellissimo, ma farlo collettivamente è sublime. Poi arrivò la violentissima repressione, i padroni del mondo non potevano permettersi che le cose cambiassero ed il sogno si è trasformato in un incubo. Credo che quei giorno abbiano segnato un cambiamento epocale, spingendo le generazioni arrivate dopo verso l’ individualismo e l’ incapacità di sognare un mondo diverso.

Ed oggi cantate “Comanda la Gang”. Nel tempo nulla è cambiato?

Sono cambiate tantissime cose, quasi tutte in peggio, ma anche cambiamenti positivi.
L’ attenzione alle questioni di genere, per fare un esempio, sta finalmente cambiando una cultura cattoconservatrice che ha avvelenato la vita di tantissime persone.

Nei vostri percorsi ed incroci musicali, avete incrociato sempre il tema della guerra in Medioriente e della questione palestinese. La cronaca odierna riporta l’esplosione di nuovi scontri nei territori. Quale è la vostra opinione?

Partiamo dai fatti, che molto spesso vengono narrati in maniera tossica. Israele occupa illegalmente la Palestina e giorno dopo giorno ruba un nuovo pezzo di terra ai palestinesi massacrando chi osa ribellarsi. Qualsiasi accadimento in quelle terre va sempre letto partendo da questo presupposto. Io spero che si arrivi all’ unica soluzione possibile, ovvero due popoli e due stati, ma per farlo occorre che la comunità internazionale la smetta di appoggiare l’ aggressore per interessi geopolitici ed elettorali ed imponga un serio embargo economico ad Israele che termini quando rientrerà nei confini del 1967 (come chiedono ben due risoluzioni delle Nazioni Unite) consentendo la nascita di uno stato palestinese.

“Curre Curre Guaglio”, quel guaglione oggi ha 30 anni, ma i problemi rimangono sempre tali. Significa che le lotte, attraverso la musica, non finiscono mai, giusto?

Non bisogna mai smettere di lottare per i propri ideali, non solo attraverso la musica.

Se doveste definire con un aggettivo la vostra carriera artistica e amicizia musicale e personale, quale scegliereste?

Stupefacente.

Foto : Gennaro Navarra

 

Sergio Cimmino

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