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Arturo Fracassa, il cantautore contro le mafie e il suo impegno contro l’illegalità con il singolo e videoclip “Libero”

Nel 2016 il suo primo lavoro discografico intitolato “Baciami Arturo” e nel 2018 il progetto “La vita dentro i margini” con il brano e videoclip “Libero” in concorso lo stesso anno al Premio Musica Contro le Mafie dedicato alla memoria di Paolo Cereda coordinatore di Libera Lecco la storia, il racconto e l’impegno di un cantautore a metà tra musica e parole.

Il tuo brano “Libero”, in concorso nel 2018 al Premio Musica Contro le Mafie nella categoria over 35 è dedicato alla memoria di Paolo Cereda, coordinatore di Libera di Lecco, puoi dirci cosa ha rappresentato per te e chi era Paolo e quali sono stati i suoi insegnamenti più importanti?

<< “Libero” fu composta subito dopo aver letto la notizia sui quotidiani dell’ improvvisa scomparsa di Paolo Cereda. Ricordo che mentre scrivevo avevo le lacrime agli occhi e che la canzone uscì dalla mia penna in pochissimo tempo. La mia conoscenza di Paolo si limita a 15 minuti di conversazione. Si puo’ dire quindi che non lo conoscevo affatto, ma fui colpito dai suoi occhi curiosi e dalla sua attenzione mentre presentavo la mie canzoni in una libreria. Mi parlo’ della pizzeria “FIORE” locale confiscato alla Mafia e riconsegnato alla collettività, ci scambiammo i nostri contatti telefonici perché era sua intenzione organizzare degli eventi culturali all’ interno del locale ed io gli ero piaciuto. Purtroppo non ci fu nessuna telefonata. Ho conosciuto Paolo solo dopo, parlando di lui con la moglie Antonia, i suoi figli, e gli amici più cari. Credo abbia lasciato molto in eredità: il suo entusiasmo, il bellissimo rapporto con i ragazzi delle scuole dove faceva sensibilizzazione alla legalità, e fattivamente la rinascita del locale FIORE. Credo che abbia lasciato un “ brivido ed un simbolo “ proprio come dico nella canzone >>.

Hai potuto seguire recentemente le vicende che riguardano la Lombardia e tutto il resto d’Italia riguardante il malaffare legato alla politica e le tangenti. Puo’ la musica, secondo te essere un viatico positivo per proporre una nuova legalità, o meglio essere uno strumento di denuncia?

<<Le parole e la musica, ma credo l’ arte in toto, sono armi potentissime. Sta a noi decidere come usarle. Sicuramente le canzoni possono fare bene, possono aiutare a denunciare ed anche a sensibilizzare le persone. Credo pero’, purtroppo, che a causa dei nostri ritmi di vita frenetici, l’ ascolto sia troppo veloce e superficiale. Dovremmo tornare a prenderci il tempo per ascoltare le parole e la musica degli artisti che ci piacciono e non ascoltarli solo come sottofondo musicale mentre siamo in macchina. Tra le parole sono nascosti dei pensieri profondi e delle emozioni vere, vissute che arricchite da un particolare arrangiamento possono farci battere il cuore…..ecco dobbiamo tornare a farci battere il cuore con la musica !!!>>

Ti sei avvicinato alla musica, scrivendo canzoni all’età di 40 anni e hai pubblicato nel 2016 il tuo primo lavoro discografico “Baciami Arturo” e nel 2018 il disco “La vita dentro i margini”. Quali sono i tuoi artisti e cantautori a cui ti spiri per il lavoro testuale e se cè un artista a cui sei particolarmente legato?

<<Mi ispiro fondamentalmente ai cantautori italiani, anche se nel corso della mia adolescenza ho ascoltato molto i BEATLES, e successivamente U2, SIMPLE MINDS, DIRE STRAITS, ERIC CLAPTON. Ho ascoltato molto LUCIO BATTISTI, DEANDRE’ e VASCO ROSSI, ma ho iniziato a strimpellare la chitarra sulle canzoni di LIGABUE che mi ha molto influenzato soprattutto nei suoi primi quattro dischi. Credo pero’ che in assoluto il cantautore che mi ha trasmesso la prima emozione forte dopo aver ascoltato una sua canzone sia stato ALBERTO FORTIS, la canzone si intitola LA SEDIA DI LILLA’>>

“Libero” è un brano che segna un percorso di rinascita, un videoclip girato nel carcere di Pescarenico con l’attore Alberto Bonacina. Quale sensazioni hai provato nel far conoscere una realtà come quella carceraria attraverso la forma canzone?

<<“Libero” parla di rinascita, di riscatto non solo dalla criminalità: rinascita dopo aver perso un persona cara, da una malattia grave, da una storia d’amore finita, insomma ognuno può mettergli il vestito che vuole. Ho deciso di girare parte del video all’ interno della pizzeria Fiore per ricordare l’ impegno di Paolo Cereda ed il simbolo che insieme ad associazione LIBERA ci ha lasciato, e parte nella casa circondariale di Lecco. E’ stata un’ esperienza forte confrontarmi con alcuni detenuti, vedere le loro celle, farmi raccontare cosa accadde durante la giornata ed il loro stato d’animo continuamente in subbuglio. Sono molto orgoglioso di questa canzone e di questo video che stanno camminando pari passo da soli, stanno entrando nelle scuole ed in iniziative di promozione e sensibilizzazione alla legalità; aspetto questo a cui non pensavo assolutamente mentre ne scrivevo le parole >>.

 

I tuoi percorsi futuri e i tuoi progetti musicali ed artistici guarderanno sempre ai testi di impegno civile e sociale, oppure stai preparando un qualcosa che diversifichi il tutto?

<<Non sono capace di scrivere su commissione e per raccontare dei fatti. Parte sempre tutto da un vissuto mio o di qualcun altro che pero’ mi creano disturbo. Oppure da una lettura che mi trasmette emozione. Quando ho scritto “Libero” non mi sono reso conto della sua forza, non è stata una canzone decisa a tavolino. Scrivo ormai abbastanza spesso, ho molte canzoni che vorrei pubblicare ma è difficile e dispendioso se non sei supportato da un’ etichetta. Ci sono canzoni impegnate e che lo sono di meno, tutte pero’ partono da un’ emozione forte di fondo. Spero un giorno o l’ altro di poterle pubblicare.>>

 

Sergio Cimmino

 

 

 

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