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Commercianti obbligati a comprare il pane dei clan

E’ ormai tristemente noto che i clan della camorra, nel corso di questi ultimi anni, hanno cercato di impossessarsi del business del pane, riuscendo ad infiltrarsi anche nel mercato legale.  Il simbolo del lavoro e del sacrificio contaminato da questi individui.
Proprio nella giornata di ieri, 28 settembre 2016, gli uomini della Guardia di Finanza hanno scoperto come i clan, in regime di monopolio, gestivano e distribuivano i prodotti da forno. 
I casalesi imponevano ai commercianti del casertano l’acquisto dei prodotti dall’ azienda di Gianni Morico, considerato per molti il re del pane, ma per gli inquirenti un uomo legato al gruppo di Michele Zagaria. 
L’operazione, a cui hanno partecipato anche gli agenti della Polizia Penitenziaria, ha portato all’arresto di sei persone, mentre altre nove sono finite agli arresti domiciliari.
I militari hanno anche sequestrato diverse attività commerciali, società e beni per un valore complessivo di 18 milioni di euro.

Sulla vicenda abbiamo ascoltato le dichiarazioni del presidente di Slow Food Campania Giuseppe Orefice.

“Slow Food Campania accoglie con soddisfazione la notizia dei recenti arresti. Non è la prima volta che la camorra reperisce fondi imponendo forniture alimentari ai commercianti e questo ci ha spinto a lavorare e collaborare con Unipan per la realizzazione di un presidio Slow Food sul pane tradizionale di San Sebastiano attraverso il quale vogliamo garantire la filiera innanzitutto dal punto di vista etico e poi anche dal punto di vista ecologico e organolettico.

Slow Food Campania da tempo è impegnata affinché il cibo e la sua produzione e commercializzazione possa essere coniugato con i valori di legalità e trasparenza: è per questo motivo che aderisce al Comitato Don Peppe Diana e che sta organizzando un grande meeting che si svolgerà a dicembre nel Sannio e che riunirà tutte le realtà della filiera cerealicola impegnante per garantire salubrità, sostenibilità ed etica.”

 

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