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31 anni senza Giancarlo Siani

Fonte: Le Parole di una vita, Scritti di Giancarlo Siani

31 anni fa il 23 settembre del 1985 moriva, a soli 26 anni nella sua Mehari, Giancarlo Siani.

 

Siani è stato un “giornalista-giornalista”, i suoi articoli urlavano contro la camorra, quella vera, quella collusa con la politica e l’imprenditoria. Un esempio straordinario di normalità, in un contesto dove, probabilmente di normale non c’era proprio nulla.

 

Parliamo degli anni di piombo della camorra, della faida tra i cutoliani e la nuova famiglia, parliamo dei vari Nuvoletta, dei Bardellino, degli Alfieri e dei Gionta.
Parliamo di anni in cui si moriva solo perché si faceva bene il proprio mestiere.

 

Sono passati 31 anni, tanto è stato fatto, la storia di Giancarlo e di tante vittime innocenti hanno acceso la speranza nel cuore di tante persone. A Giancarlo sono dedicati istituti scolastici, film, opere teatrali, una radio, premi giornalistici, associazioni, murales. Tanti giovani si sono appassionati al giornalismo dopo aver conosciuto chi fosse Giancarlo Siani.

 

Una speranza che però vacilla quando apprendi che nei primi 259 giorni del 2016, 203 giornalisti hanno subito minacce. (fonte ossigeno.info).
Vacilla perché la camorra, a Napoli, continua a sparare, in meno di  una settimana in 3 agguati, 1 morto e 3 feriti.
Vacilla perché dopo 31 anni sembra che a cambiare siano solo gli attori principali, oggi sono i vari LoRusso, Licciardi, Mallo, Sequino, Vastarella , domani.. chissà.

 

Ma tanto è stato fatto.

 

Negli ultimi anni le Istituzioni hanno fronteggiato duramente i clan locali e i traffici di droga, attraverso un dispiegamento numeroso di forze militari nella città. Uomini e donne che a suon di arresti prima e sentenze poi hanno saputo disintegrare interi clan.
Per quanto necessaria, l’attività repressiva come azione di contrasto alle mafie da sola non può e non deve bastare.

 

Allora tocca a noi tenere viva quella fiammella di speranza, rimboccandoci le maniche e iniziando a comportarci da “cittadini- cittadini”.
C’è bisogno che ognuno di noi faccia la propria parte, scegliendo nettamente da che parte stare.
Bisogna ridurre sempre più quella zona grigia fatta di compromesso che genera collusione e corruzione.
Bisogna ritornare a fare per bene il proprio mestiere, anteponendo il bene comune all’ interesse personale.
C’è bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale che parta da noi.

 

Giancarlo il 23 settembre del 1985 moriva a soli 26 anni nella sua Mehari, dando la vita per restituire dignità ad un paese, un gesto d’ amore che non può lasciare nessuno indifferente.

E che nessuno deve dimenticare. Mai.

 

 

 

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L’estate sta finendo – storia di Giancarlo Siani from Graziano Conversano on Vimeo.

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