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Carnevale Sociale 2016

Anche quest’anno il Gridas, Grupporisvegliodalsonno, ha organizzato una serie di iniziative per festeggiare il Carnevale coinvolgendo persone, associazioni sociali e culturali di tutti i quartieri di Napoli.

Si tratta della 34 edizione di una manifestazione che ogni anno attira sempre più persone: era il febbraio 1983 quando Felice e Mirella Pignataro portarono, per la prima volta in strada, le maschere del Gridas, il centro in cui venivano seguiti i ragazzini delle baracche di Poggioreale nel post terremoto.

Felice Pignataro con i suoi murales, i suoi mosaici, le sue maschere, quadri e sculture realizzati con materiale di riciclo, è riuscito a “dar voce ai senza voce”: il Carnevale del Gridas ha come obiettivo principale quello di “abbattere muri di indifferenza e pregiudizio, è un sostegno per gli ultimi e uno stimolo a lottare per cambiare le cose”.

Il Carnevale di Gridas è frutto di un lavoro annuale tra le associazioni locali che scelgono un tema e costruiscono un carro allegorico; il tema scelto quest’anno è “Continenti e contenuti ovverosia la deriva degli incontinenti. Aspettando la Pangea”, con riferimento alla delicata tematica dell’accoglienza dello straniero.

Mirella Magna, moglie di Felice Pignataro, ci spiega meglio di cosa si tratta: “I contenuti non sono solo oggetti, o situazioni, ma soprattutto persone. Pensiamo ai detenuti o a quelle persone in pericolo che si fanno contenere non potendo esprimere liberamente le proprie idee; gli incontinenti, invece, sono coloro che non seguono più la ragione e che, spinti dall’egoismo individuale, rifiutano ogni forma di dialogo con chi è diverso e fugge da una situazione di pericolo: da questo scaturiscono gli egoismi collettivi”.

Durante il Carnevale viene fatto un falò e Mirella ci spiega che il carro rappresenta una faccia con due lobi del cervello in cui vi sono i pensieri negativi e quelli positivi: “Si tratta delle contraddizioni che caratterizzano il nostro modo di pensare e di conseguenza di agire. La Pangea si realizza bruciando tutti gli elementi negativi: bisogna tornare alle origini ed eliminare gli ostacoli presenti oggi giorno, come il filo spinato alle frontiere dei paesi europei”. 

Chiediamo a Mirella cosa pensa di quanto accaduto a Scampia nelle ultime settimane e ci dice che “l’emergenza sociale è la punta di un iceberg di qualcosa che non funziona alla base: l’immagine negativa che viene data del quartiere influisce sulle persone più deboli che pensano che quell’immagine deformante sia vera”.

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