Il lunedì di Radio Siani:
Alle 19.00 Marina Alaimo ospita,nella rubrica Acino Ebbro, Bernardo Conticelli un attento selezionatore di vini, ed è project menager per Bettane & Desseauve, società che importa vini in Francia. E’ un portavoce importante per i vini italiani a Parigi, dove da qualche anno si manifesta un crescente interesse per l’enologia italiana. Dedica grande spazio ai vini campani ritenendoli particolarmente interessanti e dalla personalità spiccata. Quest’anno ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria al 10° Concorso Mondiale per Ambasciatori dello Champagne e ci è sembrata la persona giusta per indicare al pubblico di Acino Ebbro gli Champagne per le feste.
Alle 20.30 l’appuntamento è con la trasmissione 22 Minuti, una settimana d’Europa in Italia. A cura della Commissione europea in Italia.
Ospiti:
Thierry Vissol, consigliere della Commissione europea in Italia
Beda Romano, corrispondente da Bruxelles per il Sole 24 Ore
Laurent Marchand, editorialista a Ouest-France
Jakub Adamowicz, portavoce della Commissione europea per i trasporti
Andrea Pipinio, editor di Europa a Internazionale
Igor Mariottini, giornalista cinematografico
Mai come in questi tempi bui c’è stato più bisogno di strategia e di solidarietà europea per fare fronte alle sfide che si pongono a tutti i paesi europei: dalla crisi economica latente da sette anni alla lotta contro il riscaldamento climatico, al terrorismo, alla rinascita della volontà egemonica della Russia, alla concorrenza della Cina, all’instabilità del medio-oriente, al terrorismo, all’invecchiamento delle nostre popolazioni e ai rischi che questo presenta per i sistemi di protezione sociale. Eppure, davanti a queste sfide, che nessun paese – ripiegato su stesso – è in grado di fare fronte, sono appunto i partiti nazionalisti, sovranisti, euroscettici quando non anti-europeisti che ottengono un consenso crescente in tutta Europa da quasi 20 anni. Consenso che tocca più o meno tra 25 e 50 % di quelli che votano. Il primo paradosso della democrazia viene dal fatto che, nello stesso tempo, quelli che non si interessano alla politica, che non cercano informazioni sull’Europa o sui grandi problemi con impatto diretto sulla vita dei cittadini cresce allo stesso passo per raggiungere più di 50 % della popolazione. Ora la democrazia senza informazione non è democrazia.
Accusare questi cittadini di miopia, se non di stupidita non serve a niente e, secondo me, è anche scorretto. La democrazia consiste appunto nella possibilità di esprimersi, anche con idee contestabili. Dopo l’attentato di Charlie Hebdo, la parola più usata era “rispetto”, rispetto dell’altro, delle sue credenze, riti e abitudine. Perché dovrebbe essere diverso con quelli che politicamente la pensano in un altro modo? Rispetto non significa adesione, condivisione delle idee. Questo è il secondo paradosso della democrazia.
Intanto, effettivamente esiste un malessere globale per quello che si chiama in Francia “le petit peuple” – il piccolo popolo. Cioè quelli che soffrono di più della crisi, dei cambiamenti in corso come la globalizzazione. Crescita delle disuguaglianze, della povertà, della disoccupazione o di quelli che si chiamano i “working poors”, riduzione della protezione e degli ammortizzatori sociali. Tutti problemi che, pur troppo i partiti convenzionali, e l’Ue non sembrano in grado di risolvere. Questo è il terzo paradosso della democrazia.
Eppure le soluzioni proposte dai partiti euroscettici sono in flagrante contradizione con la realtà. Lottare contro il riscaldamento climatico – già drammaticamente mortale – richiede un potere politico forte, sia per la negoziazione internazionale, sia per regolamentare l’attività economica inquinante. Gestire l’immigrazione e lottare contro il terrorismo richiedono la cooperazione nella gestione dei flussi, nella lotta contro la povertà e la desertificazione, richiedono la cooperazione tra i servizi di polizia e gli servizi segreti, se non la creazione forze armate europee, ecc.
Infine, si accusa l’Europa di essere al servizio delle banche. Il dramma recente di piccoli risparmiatori costretti al suicidio per avere perso tutto dopo il fallimento delle banche, dimostra la necessità di meccanismi di protezione come quelli proposti dall’Unione bancaria. Forse non sono sufficienti, forse il principio di responsabilità dovrebbe anche condurre a delle sanzioni. Tuttavia, nessuno può ignorare che molte risposte dell’Ue non sono sbagliate e che per fare meglio, c’è bisogno di più Europa e di più solidarietà tra i paesi europei, non di meno.