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Scampia e il rugby

«Qui non si dà mai nulla per scontato, nemmeno le cose ovvie».

Gaetano, 29 anni, è attualmente il capitano ed il presidente dello Scampia Rugby. Praticamente l’anima ed il cervello della squadra che l’anno scorso si presentò come matricola all’esordio e finì per essere considerata da tutti gli addetti ai lavori come la rivelazione del campionato.

Gaetano però, per chi segue questo sport in Campania, non è affatto una matricola, anzi. Dopo aver giocato in molte squadre della regione, è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di giocatore pericoloso che si porta dietro sin dalle giovanili ad Arzano. Ci è riuscito lì, a pochi passi da casa e dalle Vele, simbolo di una Scampia che spesso dimentica i propri figli e che da qualche anno vede nel rugby un modo intelligente per riscattarsi da anni bui come quelli della faida tra Di Lauro e scissionisti.

Nato a fine 2013 da un’idea di Salvio Esposito, psicologo dello sport conosciuto –tra l’altro- per aver portato il rugby tra i ragazzi del carcere minorile di Nisida col progetto “I Pirati di Nisida”, lo Scampia Rugby ha rischiato di non arrivare ad iscriversi alla nuova stagione agonistica per via di cambi dirigenziali e tecnici che hanno ingarbugliato la situazione burocratica ed economica del club: «Anche io sono stato dato spesso per finito, però sono ancora qui. Il rugby, in fondo, è uno sport che ti allena a vivere – risponde Gaetano sorridendo- ed io, alla fine, l’ho capito. E sono orgoglioso di aver imparato certe cose qui, a Scampia, che è anche casa mia, con una squadra che, anche quest’anno, dovrà battere prima sé stessa e poi gli avversari».

Una rinascita vera e propria per una squadra che ha come logo un pavone, simbolo cristiano di resurrezione: «In effetti, senza voler essere troppo profani, questo sport per chi lo pratica è come una fede: bisogna credere nei propri compagni se si vuole vincere e giocare con umiltà e spirito di sacrificio se si vuole arrivare in alto».

Con un nuovo allenatore, Salvatore Lucia – da molti considerato tra i più preparati ed esperti del sud Italia – e diversi nuovi acquisti di categoria superiore, il velo da esordiente è pronto ad essere tolto e a regalare alla squadra obiettivi di gran lunga più ambiziosi dell’anno scorso: «Ciò che conta però è il progetto. Quest’anno vorremo proseguire sulla scia del nostro primo anno, magari senza troppe “turbolenze” – ribadisce Gaetano – anche se, come dicevo all’inizio, qui non si può dare nulla per scontato. Anzi, vuoi vedere che alla fine il campionato lo vinciamo noi?».

Vincenzo Strino

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