Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno eseguito ancora due ordinanze di custodia cautelare in carcere, un susseguirsi di capi d’imputazione e ricostruzioni quelli emessi dal GIP di Napoli Amelia Primavera, che in questo mese assieme al Sostituto Procuratore Filippelli viaggiano con numeri da capogiro. Forse mai nessuno prima era riuscito nel lavoro di indagine a produrre numeri come quelli della squadra del magistrato.
Ordinanze nei confronti di dieci persone appartenenti ai gruppi camorristici dei Birra-Iacomino, degli Ascione-Papale, e dei Lo Russo, rispettivamente attivi ad Ercolano e a Napoli.
Dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, emerge che i dieci sarebbero coinvolti a vario titolo in un duplice omicidio avvenuto ad Ercolano il 6 febbraio del 2000 e nel tentato omicidio di Marco Cefariello del 22 settembre 2006 .
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli omicidi dei pregiudicati Di Giovanni Lucio e Di Grazia Raffaele sarebbero stati ordinati da: Birra Giovanni e Zeno Stefano, in qualità di capi clan, ed eseguiti materialmente dai killer: Bonavolta Vincenzo e Serrano Carlo. Partecipano all’organizzazione ed esecuzione degli omicidi quasi tutto il clan Birra-Iacomino con ruoli e compiti diversi. Spiccano i nomi di Perfetto Raffaele in qualità di compartecipante all’esecuzione materiale e intermediario con i killer facenti parte del clan Lo Russo di Miano, all’epoca dei fatti già alleati al cartello ercolanese. Nei ruoli di organizzazione, tempistica, “battuta ai killer” e fuga, rinvengono i nomi di Savino Ciro, Birra Antonio, Fioto Lorenzo, Saccone Felice, Sannino Andrea, Savino Giovanni e Viola Salvatore.
Secondo le indagini le vittime, cercarono di ampliare le loro attività illecite e il loro potere criminale in maniera privata durante la detenzione dei boss Birra e Zeno, mancando cosi di rispetto ai loro capi detenuti, avviando la scalata al vertice dell’organizzazione facendo anche il doppio gioco con gli Ascione.
Pare infatti che il Di Giovanni, dopo l’arresto di Giovanni Birra e Stefano Zeno, fosse passato con gli acerrimi nemici degli Ascione, per diventare l’indiscusso capo di via Pugliano e dei quartieri limitrofi. Un vero e proprio sgarro che il clan Birra volle lavare con il sangue il 6 febbraio del 2000 quando all’uscita della tenenza dei Carabinieri di Ercolano, intorno alle ore 08.40, dove il Di Giovanni si era recato per l’obbligo di firma, sulla strada del ritorno in via Venuti, nei pressi della statua di Padre Pio, i killer esplosero numerosi colpi di arma da fuoco uccidendo i due pregiudicati.
Anche il tentato omicidio di Marco Cefariello si inserisce nella faida tra gli Ascione e i Birra-Iacomino per il controllo criminale della città. Secondo gli inquirenti Giuseppe Costabile detto “ò ragno”, affiliato al clan Ascione-Papale, avrebbe tentato di eliminare il giovane rampollo dei Birra già elemento di spicco del clan di via Cuparella. Il figlio di “ò ninnill” gestore tra l’altro di Radio Centro Campania, emittente pirata con sede in via Doglie alle spalle della chiesa del sacerdote anticamorra Raffaele Falco, si recò in via Pugliano, nei pressi di via Pace facendo esplodere un colpo di arma da fuoco contro il Cefariello, mancandolo. Dalle ricostruzioni sembra che la pistola si sia successivamente inceppata, costringendo cosi alla fuga vittima e carnefice. Nella notte del 22 settembre, il Costabile venne fermato ed arrestato nei pressi di Terzigno (NA) durante un furto di automobile. Nella perquisizione venne rinvenuta la stessa pistola con cui era stata attinta la vita al Cefariello.
Una serie di concause sembrano catapultare Ercolano in una fiction, solo tre giorni fa una lite post concerto del neo melodico Tony Colombo, scatenò l’ennesimo tentato omicidio nella città degli scavi. Ancora una volta attori di queste brutte pagine sono stati tre giovanissimi di Ercolano rispettivamente di 19, 21 e 22 anni.
Dopo una lite in via Trentola i fratelli Raffaele e Salvatore Di Giovanni, figli proprio di quel Di Giovanni di cui sopra, tentano di vendicarsi della lite accoltellando a morte il coetaneo Pietro Scognamiglio in via Pugliano. Ancora una volta la vecchia via degli stracci americani, che per corsi e ricorsi storici continua ad essere teatro di sangue e malavita. E’ da poche ore che il Gip ha convalidato gli arresti per tentanto omicidio dei figli de’ “ò lucio”, rinvenuti proprio l’altro ieri 29 luglio 2015, uno ad Acerra a casa della madre e l’altro nei pressi della sua abitazione ad Ercolano. La vittima invece sembra non essere più in fin di vita, mostrando i primi segnali di ripresa dopo aver subito una devastante coltellata che gli ha quasi squarciato l’addome, forando in cinque punti gli organi interni.
Redazione