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Dossier Caritas: quattro anni di conflitto in Siria

Il 15 marzo 2011 scoppiava la guerra civile in Siria che ancora oggi mostra gli strascichi della catastrofe umanitaria della quale il Paese mediorientale è stato protagonista. Oggi ricorrono quattro anni da quel giorno, a partire dal quale decine di organizzazioni non governative hanno portato il proprio aiuto ai siriani. Tra queste organizzazioni la Caritas che, nel rapporto “Strage di innocenti. Stop alle violenze della guerra più letale“, racconta il conflitto dalle sue origini. Dalla partenza sull’onda delle “Primavere arabe” che avevano già segnato altri Paesi del Nord Africa.

Undici milioni di persone costrette ad abbandonare casa. Da quel giorno di quattro anni sempre più lampadine, sempre più case, sempre più villaggi hanno iniziato a spegnersi ed ancora oggi c’è chi è costretto a lasciare la propria casa per la mancanza dei servizi necessari. Nel dossier presentato dalla Caritas si legge che “la guerra in Siria non è più circoscritta, ma sempre più estesa, con implicazioni globali. La comunità internazionale sino ad ora ha fallito. Occorre un approccio completamente nuovo, che tolga combustibile all’incendio siriano”. In concomitanza con la pubblicazione di questo rapporto Caritas Italiana ha lanciato un appello per fermare le violenze di questa guerra, richiamando le responsabilità della politica a vari livelli.

Come sempre a subire le maggiori ripercussioni di un conflitto sono i minori, come ha evidenziato sempre nei giorni scorsi in un altro rapporto l’Unicef. In Siria, sottolinea l’Ong, circa sei milioni di bambini non vivono più in una condizione dignitosa.

Impressionanti i numeri dei rifugiati. Al 26 febbraio 2015 l’Unhcr aveva registrato nel solo Libano 1.167.067 rifugiati siriani, mentre a Caritas Libano risultavano invece essere 1,6 milioni. Numeri impietosi.

Ciro Oliviero

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