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Vale la pena

‘Er fine pena’, ‘A piede libero’, ‘Fa er bravo’, sono queste le prime tre birre made in carcere prodotte grazie al progetto di reinserimento sociale ‘Vale la pena’, portato avanti insieme ai detenuti del carcere romano di Rebibbia. I nomi li hanno scelti i ragazzi che hanno partecipato a percorsi di legalità all’interno della casa circondariale della Capitale, seppur all’apparenza banali, la dietrologia di questi nomi è più che mai diretta ed azzeccata. ‘Er fine pena’ per i lunghissimi tempi di produzione, ‘Fa er bravo’ chiamata così per il nome del luppolo appunto bravo, ‘A piede libero’ ovviamente un messaggio di pura speranza. Oltre all’inserimento nel mondo del lavoro, questo progetto tende a creare attorno ai detenuti un tessuto sociale di fatto di legalità.

Fabio Noviello

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