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Si celebra oggi la ‘Giornata della Memoria’

Il 27 gennaio ricorre la ‘Giornata della Memoria’. La memoria della Shoah, termine col quale si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale. Fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich. Alla base dello sterminio vi fu un’ideologia razzista e specificamente antisemita tesa ad edificare un mondo ‘purificato’, libero da tutto ciò che non fosse ‘ariano’.
Le leggi di Norimberga del 1935 legittimarono il boicottaggio economico e l’esclusione sociale dei cittadini ebrei, poi, il processo di segregazione e repressione subì un’accelerazione che sfociò nella decisione, di porre fine alla questione ebraica attraverso lo sterminio sistematico, che partì dalla Germania.

Gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali e gli oppositori politici, furono dapprima ‘ghettizzati’, e in seguito deportati nei campi di concentramento e di sterminio. Auschwitz, Treblinka, Dachau, sono solo alcuni dei centinaia costruiti in Europa dove giungevano ogni giorno convogli carichi di persone.
Quelli che non riuscivano a lavorare venivano torturati, diventavano cavie per gli esperimenti o venivano uccisi in camere a gas o forni crematori. 

In Italia il regime fascista aveva emanato nel 1938 le leggi razziali che, tra l’altro, escludevano gli Ebrei dalle scuole e da molte professioni. La deportazione e lo sterminio iniziarono nel settembre del 1943. Uno dei primi episodi fu il rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, nel corso del quale furono catturate oltre mille persone. Il campo di Fossoli, in provincia di Modena, divenne il luogo di transito verso i campi dell’Europa orientale, in cui trovarono la morte circa ottomila Ebrei italiani.

Bisogna sempre mantenere viva la memoria sul passato. L’apertura dei cancelli di Auschwitz e degli altri campi di sterminio rivelò definitivamente al mondo l’orrore di un progetto folle, premeditato e pianificato che non deve essere dimenticato perché sia a tutti di monito. Questo il senso più profondo dell’importanza di ricordare sia l’Olocausto di milioni di ebrei, sia l’eliminazione di tutto ciò che veniva considerato ‘diverso’ e quindi pericoloso come gli omosessuali. Si deve far in modo che ci sia un allontanamento da quell’indifferenza che, purtroppo, permette a troppi giovani, ma non solo, di guardare a quelle orribili vicende con pericoloso distacco. Bisogna tener quelle vicende ben ferme e salde nelle menti e nei cuori di ognuno, con iniziative concrete di informazione nelle scuole, nelle associazioni, con tutti i mezzi di informazione, perché ‘il valore della memoria’ rimanga un ‘elemento cruciale’ per la formazione delle nuove generazioni. La ‘memoria’ è un impegno rivolto al presente e al futuro per far in modo che le generazioni odierne conoscano e ricordino per poi tramandare, domani, ai loro figli il disastro che è la Shoah. 

Il nostro impegno a mantenere viva la memoria rappresenta il miglior antidoto contro il rischio che si ripetano quelle tragedie che hanno segnato la storia dell’Europa.

Tra le tante iniziative che si sono tenute e che si terranno in questa giornata, Radio Siani ha presenziato a ‘Il futuro della memoria’, un incontro tra lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun e gli studenti di alcune scuole della provincia di Napoli.

Fabio Noviello

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