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Filippo Timi in esclusiva per QuartaParete ft Radio Siani

In collaborazione con Radio Siani, QuartaParete intervista in esclusiva Filippo Timi in “Il Don Giovanni – Vivere è un abuso mai un diritto”.

“Filippo Timi riscrive in chiave pop la storia del famigerato seduttore facendone un simbolo dei vizi e della caducità dei nostri tempi. Al Teatro Bellini fino all’8 dicembre.

Il sipario si apre lentamente. Sullo sfondo si staglia maestoso la Gloria di Sant’Ignazio, capolavoro pittorico di Andrea Pozzo. L’inconfondibile voce di Pavarotti prorompe d’improvviso in sala intonando le strazianti note di Vesti la giubba. Tra monumentali e sfarzose quinte d’oro e di plastica si scorge un uomo accasciato su un materasso a forma di crocifisso intento a iniettarsi una dose di eroina. Questa la perturbante scena iniziale che si offre allo sguardo dello spettatore de Il Don Giovanni che ha debuttato al Teatro Bellini di Napoli in programma sino a domenica 8 dicembre.

“Vivere è un abuso, mai un diritto”. Così recita il sottotitolo della pièce scritta, diretta e interpretata da Filippo Timi. E in effetti di un vero e proprio “abuso” di riscrittura si tratta, dal momento che il libretto originale di Lorenzo Da Ponte è stato completamente rivisitato, stravolto, “tradito” in ragione di una messinscena che ha privilegiato l’eccesso alla misura, la forma al contenuto, in un rimescolamento estetizzante di pop e cultura alta, bassezza e profondità.

Certo, l’intreccio delle mirabolanti avventure amorose di Don Giovanni c’è tutto, ma la trama è sacrificata sull’altare della rappresentazione scenica, in un gioco vertiginoso in cui la dismisura e la contaminazione divengono canone espressivo. Ecco, dunque, la scelta di utilizzare la mirabile arte di Fabio Zambernardi per confezionare costumi bizzarri, eccentrici, stupendamente kitsch cui affidare un effetto scenografico in continuo movimento e cambiamento. Ecco, ancora, la ragione di una colonna sonora che spazia, con estrema disinvoltura, da Händel a Mozart e a Leoncavallo passando per Celentano, Baglioni, Donna Summer, i Queen, sino alle sigle dell’Uomo Tigre e della Sirenetta.”