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Trentasette esercenti di Ercolano denunciano falso a Dda

La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha emanato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, previsto dall’articolo 415 bis del Codice di Procedura Penale, per l’imputazione di trentasette persone. Si tratta di esercenti del comune di Ercolano che, interpellati dalla Dda di Napoli nel 2007, a seguito di intercettazioni, dichiararono di non essere soggetti alle richieste estorsive del clan Ascione – Papale.
Gli imputati allora non potevano essere a conoscenza che le domande della Dda non erano poste al caso, ma frutto di una serie di intercettazioni eseguite attraverso una cimice posta in una auto del clan, una ‘Fiat 500’. Dalle intercettazioni sono stati ricavati i nomi diretti o si è risaliti attraverso soprannomi o dettagli certi agli stessi trentasette imputati.
L’auto in questione è intestata ad una certa Antonella Colato, affiliato al clan Ascione, che sta attualmente scontando una pena carceraria di dodici anni per altro reato.
I fatti risalgono agli anni che vanno dal 2005 al 2007, in una operazione conclusasi poco prima della celebre ‘Reset’.
I pm istruttori delle indagini premilitari sono Siracusa e Filippelli. Gli stessi hanno richiesto che si inizi il processo a carico dei trentasette imprenditori che hanno denunciato il falso contro la Dda, favorendo di fatto, gli stessi estorsori, dei quali molti in carcere per essere stati processati nella prima parte del Maxiprocesso contro i clan di Ercolano, conclusosi da poche settimane.

Ciro Oliviero

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