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Il 2 febbraio ucciso Gianluca Cimminiello

“Buongiorno, sono Giancluca Cimminiello, sono un ragazzo di 31 anni e vivo a Secondigliano. Ho numerose passioni: la pesca, il canto, le arti marziali, i tatuaggi (che ho fatto diventare anche il mio mestiere); ma più di ogni altra cosa, adoro la mia famiglia: mia mamma, le mie due sorelle e Hermes, un Dogo Argentino che da qualche mese ha stregato il mio cuore e rapito la mia anima!
Sono una persona serena e soddisfatta di ciò che la vita gli ha riservato, ma sono soprattutto fiero di quello che sono riuscito a costruire fino e adesso. Purtroppo i miei problemi sono iniziati poco dopo aver pubblicato su Facebook una foto che mi ritraeva col calciatore del Napoli Ezechiel Lavezzi”.
Inizia così il racconto scritto da Vincenzo Ammaliato nell’antologia di storie antimafia edita da Caracò. Gianluca Cimminiello era un giovane tatuatore napoletano, ucciso dalla camorra il 2 febbraio 2010 perchè aveva caricato sul suo profilo facebook un fotomontaggio che lo ritraeva con l’allora calciatore del Napoli Ezequiel Lavezzi nel suo studio di tatuaggi. Gianluca era riuscito a strappare una foto all’attaccante argentino nel sottopassaggio della stadio ‘San Paolo’ di Napoli, e poi aveva cambiato lo sfondo con quella del suo studio. Un tatuatore rivale che non aveva gradito che Lavezzi fosse andato a tatuarsi da Gianluca lo fece uccidere.

Il 2 febbraio è anche l’anniversario dell’uccisione di Nicola Mignona. Nel 1967 a Campobasso, l’appuntato della polizia di Stato restava ucciso in una sparatoria con un pregiudicato.

Ciro Oliviero

 

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