Home / Magazine / Legalità / Sicilia, nasce un’associazione di testimoni di giustizia

Sicilia, nasce un’associazione di testimoni di giustizia

Dopo più di venticinque anni i testimoni di giustizia hanno organizzato una riunione per incontrarsi e ritrovarsi, o in molti casi conoscersi per la prima volta di persona. Luogo dell’incontro Latina, presso la sede dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”, promotrice, assieme all’associazione “Caponnetto”, dell’incontro stesso.

Dall’incontro è venuta fuori una diffusa volontà di creare un’associazione che racchiuda i testimoni di giustizia. A farsi portavoce di questa iniziativa venuta fuori dall’incontro dello scorso 10 gennaio Ignazio Cutrò. “L’associazione in sé è già nata – racconta Cutrò -, resta da formalizzare, anche se lo statuto  già stato abbozzato in quella sede”.
Quello che principalmente non va a genio ai testimoni di giustizia, come racconta lo stesso Cutrò, è che altri parlino a nome loro, come spesso succede con i politici. “Chi non ha vissuto sulla sua pelle una certa esperienza non può conoscere cosa significhi”, dice il testimone.

La legge italiana definisce i testimoni di giustizia con l’art. 16 bis del D.L. 8/91, poi modificato ed integrato dalla L. 45/2001. Secondo questo gruppo di testimoni, che hanno dato via all’idea di formalizzare una loro associazione, questa legge ha bisogno di essere modificata, quantomeno nei punti che regolamentano lo status in cui deve restare la persona che decide di collaborare con lo Stato. Principalmente nella difesa dei familiari dei testimoni di giustizia, che, dice Cutrò, “rischiano quanto noi e vanno tutelati dallo Stato”.
Il primo incontro è avvenuto a Palermo col neo presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. In quella sede Cutrò ha presentato un disegno di legge “per comparare i testimoni di giustizia alle vittime di mafia e di terrorismo”. Proposta presa a cuore pubblicamente da Crocetta.

La prossima settimana l’associazione verrà formalizzata con il nome ” Testimoni di giustizia e vittime di mafia”, “perché – dice ancora Cutrò – noi riteniamo che non solo i morti siano vittime di mafia, ma anche i familiari dei testimoni”.

Sull’incontro avvenuto a Latina, nonostante i saluti scritti del Prefetto, una preoccupazione e un dispiacere da parte degli intervenuti, quando al termine della riunione, un’ufficiale di polizia, come racconta il testimone siciliano, “ci ha chiesto di identificarci perché pensava l’incontro vertesse su altri aspetti”.

Ciro Oliviero

Vedi Anche

DIRETTA integrale – Ventennale di Annalisa Durante tra musica e libri

Il 27 marzo prossimo la città di Napoli ha commemorato Annalisa Durante, vittima innocente di …