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Ligabue mette sotto bombardamento Napoli

Ligabue mette sotto bombardamento Napoli

A ben dieci anni dal lontano “Fuori come va?” tour 2002, Luciano Ligabue ritorna a Napoli e chiude il “Sotto bombardamento” tour 2012 nella magnifica Piazza del Plebiscito. “Poche tappe quest’ultimo tour – spiega dal palco – ma aver scelto di chiudere qui a Napoli è stato qualcosa di eccezionale un capolavoro”.

Rock in Napoli in tutti i sensi ieri a Piazza del Plebiscito: file ai tornelli, ragazzi provenienti da tutta Italia, sacchi a pelo, teli, ombrelli per ripararsi dal sole, bottigliette di acqua e succhi di frutta, torsi nudi e ragazze in costumi al limite, una grande area campeggio, di attesa fino al calar del sole, “il centro del mondo” per una sera, il centro dove tutti cercano di entrare e dove una moltitudine di ragazzi già dentro occupa le prime file. Un concerto rock vecchio stile quello di ieri, senza fronzoli, effetti speciali, luci colorate e coriandoli. Ce l’ aveva annunciato lo stesso Luciano Ligabue: “ci saremo solo noi e voi, luci bianche e Piazza del Plebiscito”, durante il seminario “I linguaggi della creatività. Conversazione con Luciano Ligabue” con gli studenti della Federico II di Napoli, presso l’Aula Coviello della Facoltà di Giurisprudenza (promosso dal Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università di Napoli Federico II, in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia, l’Osservatorio Giovani, F2 Radio Lab dell’Ateneo Federico II e con il patrocinio dell’AIS – Associazione Italiana di Sociologia.

Si parte subito alla grande con l’ultimo singolo che da il nome al tour e la piazza risponde come meglio non avrebbe potuto, è cominciato il concerto, ora lasciateci godere. L’ultima mezzora prima del concerto quella che sembra non passare mai, quella dove il tempo sembra fermarsi è finita e con lei vanno via anche le quattro, otto, dodici ore di attesa, Luciano e la banda salgono sull’imponente palco che nasconde anche i cavalli della piazza, tutti a saltare, a cantare e a godere dello spettacolo, con un grande e percettibile scambio di pura energia.

Una serata che ha rispettato in pieno il messaggio Rock in Napoli 2012, grazie anche a una scaletta che ha saputo regalare ai presenti pezzi del primissimo Ligabue, brani rock provenienti da un album che nato in sordina, ha scalato con prepotenza le classifiche di gradimento dei fan “sopravvissuti e sopravviventi”. AAA qualcuno cercasi – Walter il mago – Freddo cane – Angelo della nebbia – Marlon Brando e Libera nos a malo hanno scaldato l’animo e riacceso i ricordi di chi c’è sempre stato e sicuramente ci sarà, portando a dire allo stesso Luciano presentando “AAA qualcuno cercasi”: “questa canzone l’ho scritta quando molti di voi ancora non erano neanche nati”.

“Finalmente, Napoli!” con questa frase Ligabue saluta la piazza al termine del primo brano “Napoli e questa piazza non potranno mai essere sotto bombardamento perché la contraerea gliela facciamo noi” e giù a suon di rock, colpi di batteria e assoli di chitarre a riempire l’aria e infiammare il pubblico. Siamo quasi a due ore e mezzo di concerto, quando sul finale, Luciano regala ai partenopei l’inciso in versione rock di “o surdat ‘nammurat” cantando e facendo cantare a tutti: “Oj vita, oj vita mia… Oj core ‘e chistu core… Si’ stata ‘o primmo ammore… E ‘o primmo e ll’urdemo sarraje pe mme”.

Urlando contro il cielo questa volta non chiude il concerto, a occupare il suo posto arrivano due brani dell’ultimo album “Arrivederci mostro” del 2010 che Luciano presenta cosi:

“Cosa vi posso dire? Che cosa mi posso inventare? Come posso riuscire a trovare gli aggettivi per raccontarvi? Li ho finiti gli aggettivi! Queste poche date sono veramente volate e devo dire che chiuderle qua è stato veramente un capolavoro perché siete un capolavoro voi, in un capolavoro di piazza, in una città complessa e difficile, nel suo essere a sua volta un capolavoro. Grazie mille! So che vi aspettate che vi dica… e ve lo dico a cuor leggero, perché so che me lo restituirete urlandomelo in faccia, che comunque vada, è giusto pensare che… IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE.

Ultimo brano con tanto d’inchino con tuffo sul palco, Taca banda.

Due ore e mezzo circa di bombardamento rock al cuore di Napoli, in una piazza che ha saputo reggere alla grande, dimostrando che la musica, quella buona, vale la pena viverla

GiuSco

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