Sciolti per infiltrazione mafiosa dal Consiglio dei ministri cinque comuni italiani. Di questi tre sono in Campania e due in Calabria. Ennesimo colpo alle terre di Gomorra. Sciolti nella provincia di Caserta i comuni di Castelvolturno, Casapesenna e Casal di Principe. Gli altri due sono Mileto, in provincia di Vibo Valentia, e Bagaladi, in provincia di Reggio Calabria.
Sintomatica la storia del comuni di Casale. Con questo arrivano a tre gli scioglimenti per mafia della città casertana. Il primo a firma del responsabile del Viminale Vincenzo Scotti il 30 settembre 1991. Il secondo porta invece la data del 23 dicembre del 1996, quando il ministro dell’Interno era Giorgio Napolitano.
“La decisione del Consiglio dei Ministri mortifica la città di Casal di Principe e la voglia di rinnovamento dimostrata dai cittadini con l’ampia partecipazione alle liste civiche che hanno sostenuto la mia candidatura a sindaco”. Queste le prime affermazioni dell’ex sindaco, nonché candidato alle prossime comunali, Renato Natale.
Notizie che erano già nell’aria da tempo. Non solo in Campania, ma anche in calabria. Lo scorso giugno il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, aveva disposto l’accesso antimafia per il comune di Bagaladi, con la nomina di una apposita commissione. Stessa operazione messa a segno dal prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, lo scorso agosto, per il comune di Mileto. Il sindaco, Vincenzo Varone, aveva sostenuto che “l’amministrazione comunale ha agito nella massima trasparenza e nel pieno rispetto della legge”. Oggi, con la decisione del Coniglio dei Ministri, l’ex sindaco è stato smentito.
Ciro Oliviero