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Domani i funerali di Dalla. Andrea Sannino lo racconta

Nella giornata di domani il noto cantautore Lucio Dalla avrebbe compiuto sessantanove anni. Tutta la sua Bologna lo avrebbe festeggiato. I bolognesi saranno comunque con lui per l’ultimo saluto. La città ha proclamato il lutto cittadino. Domenica pomeriggio alle 14.30 molti dei suoi fan saranno nella basilica di San Petronio in piazza Maggiore a Bologna. In queste ore molti fan, ma anche musicisti del panorama nazionale, stanno visitando la camera ardente allestita dalle 9.30 di questa mattina nel Cortile d’onore del Comune di Bologna.
Andrea Sannino, giovane e promettente artista della musica, nonché protagonista del musical “C’era una volta… Scugnizzi”, che ha anche avuto il piacere di conoscere sia il Lucio Dalla artista che quello privato, ce lo ha raccontato nella breve intervista che segue.

Andrea, tu hai conosciuto Dalla. Hai anche avuto la possibilità di duettare con lui in Rai. Cosa ti ha lasciato questa esperienza dal punto di vista musicale?
Ho conosciuto il maestro nel 2006 a Raiuno. Duettammo insieme in un programma di Antonella Clerici, e fu il primo incontro. Lui, alla fine della trasmissione, mi disse “sei bravissimo. Io voglio darti una possibilità, domani canti al mio concerto”. Mi portò dunque alla “Notte bianca”, dove duettammo davanti a 10 mila persone. Lì mi diede il suo numero privato e diventammo amici. Io ero il suo “guaglione”, diceva lui. Ho ripetuto l’esperienza di cantare con lui altre volte, anche nella mia Ercolano nel 2009, a Villa Favorita. Cantare con lui era come essere in un Luna Park. Avevo l’adrenalina a mille e salivazione a zero, e lui seduto dietro al suo piano elettrico, mi trasmetteva allo stesso momento paura e sicurezza. Con lui non sapevi mai cosa ti aspettava, amava improvvisare e divertirsi sul palco, poi appena finita l’esibizione si complimentava sempre e diceva di scrivere, scrivere sempre, perché solo con i nostri occhi possiamo cantare la nostra anima. Lucio era un genio della musica, non ha mai studiato musica e pure Dio gli ha dato tutti i doni di questa disciplina. Mi ha insegnato come divertirsi fregandosene dei canoni discografici. “Fai sempre quello che vuoi, anche una pernacchia mentre canti, se fatta bene, la gente la apprezzerà”, mi disse una volta.

Tu hai avuto modo di conoscerlo anche nel privato. Raccontaci il Lucio Dalla fuori dal palco.
Il Lucio del privato è il ricordo più bello che sto avendo in questi giorni di dolore. Mi sono venute alla mente non le scene in cui cantavamo ma quelle in cui, seduti in una trattoria, mangiavamo a Bologna, mortadella e parmigiano. Era cosi Lucio, semplice, umile, di una generosità spiazzante, ricordo un pomeriggio dopo essere stato a casa sua, scendemmo in strada, proprio nella sua via d’Azeglio, si mise sotto braccio con me e altri collaboratori e camminavamo, e la gente lo salutava come se fosse un cittadino qualunque, e lui rispondeva a tutti. La sera, per farmi risparmiare i soldi del treno, mi fece accompagnare con la sua auto a Castrocaro (due ore da Bologna) dove ero per il festival. Lucio mi ha insegnato l’umiltà dei grandi. Era un artista così come lo vorrei diventare io, cioè per la gente. Non si è mai nascosto dietro i suoi soldi o il suo successo, e poi Napoli. Amava Napoli. A Castellamare di Stabia, dove ormeggiava in estate la sua barca, spesso mi invitava per chiedermi cosa stessi combinando e scrivendo sempre con il sorriso e l’ospitalità. Credeva in me e me lo ripeteva sempre. Anche se la crisi della discografia, non lo incitava da anni a produrre, a me non importava. Essere suo amico valeva per me più di dieci dischi messi insieme.

Anche su facebook molti ti hanno chiesto di ricordarlo attraverso una cover di una sua canzone. Pensi di farlo, e se sì, con quale dei suoi successi?
Sì, su facebook tanti miei fan, mi scrivono perché vogliono che lo ricordi con una sua canzone. Ero e sono molto giù in questi giorni, ma forse lo farò, cantando la sua canzone per eccellenza “4 marzo 1943”, data in cui la vita ce lo ha regalato, e fatalmente 4 marzo 2012, giorno in cui la terra se lo riprenderà. Ma sono sicuro che esiste qualcosa dopo la morte e Lucio continuerà a cantare e a sbeffeggiare il dolore e la tristezza, e ci regalerà presto un suo nuovo capolavoro, con l’orchestra degli angeli.

Un messaggio di saluto a Dalla.
Mi mancherai maestro, sarai il mio esempio, perché senza girarci intorno se un giorno dovessi realizzare il mio sogno io vorrei viverlo proprio come lo hai vissuto tu. Ciao mio caro Lucio, ti saluto. Napoli e i napoletani ti amano (O’ guaglione).

Ciro Oliviero

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