In questi giorni gli uomini della criminalità organizzata stanno “riscuotendo” le quote di pizzo della fine dell’anno. Si tratta di un fenomeno ancora molto radicato?
Certamente, proprio a Natale i clan girano tra i commercianti per riscuotere il pizzo di Natale. Lo fanno in diversi modi: chiedendo soldi, offrendo articoli natalizi di nessun valore chiedendo cifre elevate, imponendo vari acquisti di vario genere per mascherare l’estorsione. Ma va detto anche che in questi anni la propensione a denunciare sta aumentando, crescono la denuncie di estorsione e aumenta la resistenza delle imprese a subire le imposizioni malavitose. Non solo a causa della crisi economica.
Cosa crede debba fare un commerciante una volta che si presenta una simile richiesta?
Il commerciante non deve subire passivamente e non deve affrontare da solo la richiesta. Può rivolgersi alle associazioni antiracket presenti oramai in tutto il territorio chiamando i molti numeri verdi che sono stati istituiti apposta, tra gli altri quello della nostra associazione 081.5881041 oppure il numero verde 800 900 767. Questa battaglia si vince se si è uniti e accompagnati. Poi bisogna naturalmente rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine per denunciare.
Appunto, le forze dell’ordine secondo lei cosa dovrebbero e potrebbero fare?
Le forze dell’ordine stanno già facendo, insieme alla magistratura napoletana, grandi sforzi per combattere queste odioso fenomeno. Lo dimostrano i moltissimi arresti ed i processi che si stanno celebrando. Oggi non è più tempo di dire cosa devono fare le forze dell’ordine, ma bisogna dire cosa dobbiamo fare noi! E noi possiamo e dobbiamo fare molto perché la nostra libertà dal racket è prima di tutto culturale. Se diciamo no al racket poi troviamo le strade giuste per liberarsene in sicurezza e definitivamente. Le associazioni antiracket servono a questo.
Perché, nonostante i numerosi arresti, il clan non sembra essere sparito?
Mille eccellenti operazioni di polizia, carabinieri o guarda di finanza possono arrestare e far processare 10.000 camorristi. Questo non significa aver vinto la camorra. La camorra la vince la società civile che si ribella e rifiuta ogni illegalità e sopruso, naturalmente insieme allo Stato, alle Istituzioni preposte in primis forze dell’ordine e magistratura. La libertà di ognuno di noi deve essere difesa e tutelata prima di tutto da noi stessi poi chiediamo aiuto a chi aiuto ci può dare. Ma se noi per primi rinunciamo alla nostra libertà non ci sarò nessuno che potrà imporcela.
Secondo lei il commissario prefettizio dovrebbe fare qualcosa? Di che tipo?
Abbiamo rivolto la richiesta di incontro per illustrargli la proposta che avevamo già presentata alla ex assessore Mazzi della passata giunta comunale. Per noti motivi il discorso avviato si è interrotto. Noi contiamo di riprenderlo con il Commissario prefettizio. Ma voglio anche dire che questi continui commissariamenti del Comune non aiutano i cittadini e le persone perbene ad avere fiducia nello Stato e nelle istituzioni. La politica ha una responsabilità enorme nello sviluppo della camorra nelle nostre terre, e non solo. La politica deve impegnarsi senza ombre, senza se e senza ma in una battaglia per la legalità, lo sviluppo, l’occupazione contro la camorra e tutte le forme di corruzione troppo spesso presenti anche nella pubblica amministrazione. Il commissario può solo accompagnare questa ennesima nuova fase straordinaria verso nuove elezioni che speriamo diano a questa città un governo giusto, forte e capace che duri tutta la consiglia tura.
La cittadinanza che ruolo deve avere in questo scenario?I cittadini di Pozzuoli hanno un ruolo ed una responsabilità primaria. Possono fare tutto. Intanto vigilando e difendendo ognuno la propria libertà non subendo atti camorristici, poi non deve tacere. Il silenzio è il migliore alleato della criminalità organizzata. La camorra non vuole che si parli di lei ed invece la gente libera deve parlare della camorra per combatterla e vincerla. È necessario organizzare moltissimi incontri e dibattiti nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle parrocchie, per strada, invitando a questi incontri i testimoni privilegianti che possono aiutare a capire cosa si può fare e come si può fare tutti insieme per far vincere la giustizia, il lavoro, lo sviluppo di tutti e non solo di pochi, per far vincere la libertà di tutti e di ognuno. Poi i cittadini alle prossime imminenti elezioni dovrebbero votare meglio per non farsi rappresentare da maggioranze politiche troppo fragili e, come si vede, impotenti.
Fonte: PozzuoliToday
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