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Il Procuratore capo della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, intervenuto ieri all’iniziativa “Da mostri a nostri” ha dichiarato: “Avremo a Napoli una sede dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati”. La sede sarà quella dell’ex tribunale civile Castel Capuano. L’alto magistrato non nasconde il bisogno da parte della giustizia ordinaria di creare delle leggi ad hoc nel settore. “Bisogna trovare delle regole che permettino di gestire al meglio i beni confiscati”, aggiunge Lepore. Per quel che riguarda i “tempi” il procuratore chiosa affermando che “vi sono troppi vincoli burocratici” ed è un “peccato abbandonare un bene dopo la confisca solo perchè non vi sono fondi per sostenerlo”. Ora manca solo il beneplacito del demanio dopodiché Napoli potrà “avere un contatto diretto” con l’Agenzia.
Il workshop “da Mostri a Nostri – Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie” è stato inaugurato dal Consorzio Sole, dalla Fondazione Polis e da Libera.
Merita di essere sottolineato l’intervento di Lucia Rea, direttrice del consorzio Sole.”Faccio appello a una maggiore sinergia tra le istituzioni – dichiara la responsabile del consorzio – a partire dai sindaci: è capitato che ci impedissero di fare i sopralluoghi. La bassa percentuale di riutilizzo è dovuta alle lentezze della burocrazia, ma anche ad una scarsa volontà politica”.
Molto interessante è stato il richiamo alla “società civile” del magistrato Eugenia del Balzo. “Se noi come società civile non immaginiamo che i beni confiscati sono della società finiremo per buttare all’aria tutto il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine”. “Noi crediamo che qualcosa si possa fare – conclude del Balzo – ed è per questo che crediamo in questa agenzia nazionale per i beni confiscati”.
I beni confiscati – sono 1766 in Campania (tra cui 299 aziende), di cui la metà già assegnati: ma di questi solo un centinaio sono riutilizzati e 35 quelli finanziati dalla Regione
Roberto Malfatti
