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Negro Festival 2011, Goran Bregovic a Pertosa

Pertosa (SA). La suggestione delle grotte, la loro ospitalità e influenza creativa, il simbolismo del fiume sorgivo da esse, il “Negro” appunto, che ispira il nome della manifestazione, evocano la metafora del fiume, con il suo andamento ‘carsico’, come il corso della musica e della cultura popolare.
La ricerca di un sentimento territoriale, affiancherà l’offerta spettacolare dell’edizione 2011 del “Negro Festival” che prevede, nel contesto progettuale di Antrosuono, particolari incroci musicali s-confinanti (o s-confinati): a partire dalla particolare inaugurazione del Festival con suoni, ritmi e strumenti arcaici dalla terra del Vallo di Diano, del Cilento e della Lucania, in movimento dal palco delle Grotte al palco principale, nell’intento simbolico di fondere vecchie e nuove generazioni nel rispetto delle tradizioni, in un continuo spazio temporale, vera essenza della cultura popolare che ancora oggi pervade questi luoghi.
L’iniziativa è curata dall’Associazione Culturale Arteddica, centro tutela e studio del patrimonio immateriale e materiale del Vallo di Diano e del Cilento, il cui nome è un termine dialettale che vuol dire agitazione, irrequietezza, ma anche energia, curiosità, voglia di fare: una straordinaria metafora musicale con il fiume Negro e lo spirito fondante del suo Festival; si prosegue con le suggestioni world delle percussioni di Paolo Cimmino e il suo progetto “MEDITamburi”, impegnate in dialogo g-locale con altre fonti ritmico/melodiche; gli italo-persiani YALDA E AVINAR con “MOULANA”, recital in musica dedicato al poeta “sufi” coevo di Dante e San Francesco, una produzione originale del NEGRO FESTIVAL 2011; per un’edizione che estenda i suoi spazi al territorio e alla sua identità musicale, in stretto contatto con il grande mondo sonoro della tradizione internazionale; per nuovi percorsi e ricerche che condividano la missione globale del Festival di delineare un futuro per le nostre radici musicali.
Infine, arrivando al palco principale, ecco in sintesi, il percorso 2011 che il piccolo fiume sorgivo alimenterà per la XVI edizione del “NEGRO FESTIVAL”, la quale consolida la sua struttura di proposte attente alla cultura giovanile, caratterizzata anche dagli sconfinamenti tra stilemi rock e ballate popolari e i suoi nuovi attraversamenti linguistici, tra canti tradizionali e parole d’autore, con un’interessante inversione di stile tra i primi, eseguiti in italiano e le seconde con la rivalutazione dei dialetti.
E’ una presenza massiccia e piena di futuro, che pervade la proposta 2011 con alcuni nomi nuovi e altri già affermati tra le band giovanili. Come l’esordiente MUJURA anima folk-rock calabrese; IL PARTO DELLE NUVOLE PESANTI autori di un sensibile passaggio alla musica più matura e raffinata ma sempre graffiante del sentimento meridionale; la piega amara e “gypsy” del (rom)romano MANNARINO; prove di federalismo culturale nell’abbinamento tra i giovanissimi musicisti tradizionali del vallo di Diano de I PYNAZORIIA e il ritorno sul palco de I LUF dalla lontana e lombarda Val Camonica nella bergamasca, per una sorta di “spedizione dei mille (dialetti)”, dopo 150 anni, attraversando gli italici idiomi per un’identità culturale unitaria, dove anche le scimmiette del logo festeggiano un’unità attuale, moderna e popolare.
A fondere, ma non a confondere, tutto questo fermento neo-stilistico tra tradizione e contemporaneità, un progetto artistico di successo mondiale ma per noi di vicinanza culturale e geografica: da quell’enorme calderone di meticciato culturale, rappresentato dalla ex – Yugoslavia e dall’area balcanica, ecco GORAN BREGOVIC che, con la sua WEDDING & FUNERAL BAND, ha saputo far dialogare le diverse anime musicali fatte di nomadismi “gypsies”, polifonie bulgare e fanfarate “tzigane”, avvolgendole in modo unitario con la sua cifra esecutiva elettrica, adeguatamente rock. In questo tour anticiperà il suo nuovo progetto discografico “Champagne for Gypsies”, in uscita per l’autunno.
Ad introdurre la serata “sconfinante”, cioè fuori dall’area delle lingue locali, la musica de IL POZZO DI SAN PATRIZIO, gruppo rock salernitano autore di una migrazione musicale verso la verde Irlanda, le atmosfere arabeggianti del mediterraneo e le marcette ultraveloci balcaniche.
Nel cambio palco un rapido passaggio istituzionale con le autorità locali e con la premiazione, da parte del Sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, della vignetta più sagace ed ironica del concorso “La satira investe sul terremoto”.

Comunicato stampa

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