Ercolano. Il sindaco Vincenzo Strazzullo ha deposto ieri mattina una corona di alloro sulla lapide fatta erigere all’ingresso della casa comunale di Corso resina nel 1992 sulla quale sono incisi i nomi dei sette ercolanesi, morti venti anni fa nella sciagura della ‘Moby Princè, che ancora oggi è ricordata come una delle più gravi disgrazie che ha colpito la marina mercantile italiana dal secondo dopo guerra. La dinamica della sciagura dopo tanti anni sembra non essere ancora chiara, ad essere coinvolti nella tragedia che sconvolse lo scalo portuale toscano furono lo stesso Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo. Morirono nel rogo successivo allo scontro tra il traghetto e la petroliera tutte le 140 persone a bordo del Moby Prince, equipaggio e passeggeri, tranne il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. Alla cerimonia per ricordare i sette concittadini che hanno trovato la morte traghetto nelle acque del Porto di Livorno, erano presenti i corpi di polizia e gli amministratori locali e alcuni familiari delle vittime, che a distanza di vent’anni chiedono ancora giustizia per i loro cari. La ricerca della verità sul tragico episodio è fortemente rimarcato dalle parole di Giovanni Tagliamonte, uno dei parenti presenti alla cerimonia al Municipio ercolanese. Suo fratello infatti morì a trentasei anni lasciando una bambina di soli quattro mesi. La commemorazione a cui hanno partecipato molti cittadini ercolanesi è stata preceduta da un minuto di silenzio e dal pensiero del primo cittadino. “Quello di oggi per me rappresenta il momento più toccante e commovente che cade a d un anno di distanza dal mio insediamento a sindaco – ha dichiarato commosso Strazzullo – venti anni fa ero assessore alle Finanze del Comune di Ercolano e, appresa la tragedia, ricordo una grossa mobilitazione e commozione per la morte dei nostri sette concittadini che oggi abbiamo voluto ricordare con un momento solenne insieme ai familiari in attesa che sia fatta chiarezza e giustizia”.
Carla Cataldo
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