Una diretta a reti unificate per ricordare l’impegno civile di Peppino Impastato: è l’iniziativa messa in campo da Radio Siani e Radio Onda Pazza domenica 9 maggio alle ore 19.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”
È questo l’insegnamento di Peppino Immpastato, politico e conduttore radiofonico assassinato dalla mafia a Palermo la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978. E questi sono gli insegnamenti e i valori che spingono i volontari di Radio Siani e Radio Onda Pazza a continuare la propria attività di anticamorra in due terre martoriate dall’illegalità e dalla criminalità. Domenica sera Ercolano e San Giovanni a Teduccio saranno più vicine che mai. Le due emittenti anticamorra uniranno le proprie voci nel ricordo di Peppino Impastato.
«Saremo insieme per ricordare un eroe del nostro tempo- hanno dichiarato i giovani di Radio Siani- Il coraggio e l’impegno civile di Peppino Impastato ci guida nelle nostre attività». Dalle ore 19, a reti unificate sarà possibile ascoltare sui siti www.radioondapazza.it e www.radiosiani.com la trasmissione in diretta, proprio dal circolo Peppino Impastato di San Giovanni.
“La camorra è una subcultura, prima che organizzazione criminale. – ha scritto in una nota Michele Langella di Radio Onda Pazza- La camorra è come l’erba cattivia, se la strappi dal terreno dopo un pò ricrescerà di nuovo, l’unico modo per evitare questo è togliergli il terreno da cui accinge energia vitale. Basta con dibattiti e mega conferenze, lavoriamo per strada, sporchiamoci le mani. Togliamo i ragazzi dalle grinfie della camorra perché senza di essi non potrà sopravvivere per molto”.