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Il Tempo e l’Eterno

La novità scandalosa della fede cristiana è quella di un Dio autenticamente trasgressivo che si mette nelle mani dell’uomo.

Il termine trasgressione in genere richiama alla mente le immagini negative della non cultura dell’estremo; fa pensare ai giovani e al cosiddetto popolo della notte, che rischiano continuamente la vita “impasticcandosi” o correndo a folli velocità dopo aver bevuto ed essersi storditi con il rumore assordante e ossessivo delle musiche da discoteca; oppure ci fa pensare ai divi dello spettacolo, ai vip del jet set, che cambiano partners a ritmo continuo, che dichiarano le loro tendenze sessuali (omosex, bisex, ecc) e mettono in piazza “i fatti loro” per fare mostra di sé davanti al pubblico inebetito delle televisioni e dei giornaletti e giornalacci scandalistici. 

Sulla tomba del filosofo Ernst Bloch è scritto: “Pensare è trasgredire”. In effetti, per l’uomo pensante, l’autentica trasgressione è di non arrendersi all’evidenza, è lasciarsi inquietare dal paradosso della vita, è il trasgredire (dal latino trans- gradi), cioè il camminare al di là, andare oltre le apparenze, oltre l’illusione delle mode passeggere, oltre la prigione del proprio particulare, dei propri calcoli di bassa lega e degli orizzonti corti. 

Avere il coraggio di essere veramente trasgressivi significa liberarsi dalla prigionia del proprio io che confonde la luce di un fiammifero con la luce del sole; significa uscire da sé per scoprire e incontrare il volto dell’Altro e i volti degli altri, essere capaci di pensare e stupirsi di fronte al mistero che ci circonda e ci avvolge. 

Dio è il grande trasgressivo. 

L’Incarnazione di Dio nella storia, il Verbo che si fa carne, Gesù Cristo -Dio fatto uomo- è la sconvolgente trasgressione di un Dio che esce da sé, si offre nella fragilità della condizione e delle parole umane, spezzando e travolgendo la linea della storia (avanti e dopo Cristo) e conferendole una precisa direzione. 

Con Gesù è sconvolto il passato poiché realizza il tempo dell’attesa: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, è qui” (Mc. 1,15). Egli pianta la sua tenda in mezzo agli uomini e gli si rivela come l’Emmanuele, il Dio con noi

Con Gesù, inoltre, si realizza un ulteriore sconvolgimento del passato inteso come memoria.

 La memoria (l’andare con la mente dal presente al passato) viene superata dal memoriale cioè il passato che si rende presente, si attualizza nel tempo, per ognuno di noi, e ciò avviene attraverso l’Eucaristia, nella presenza reale del Cristo, sotto le specie del pane e del vino che la Chiesa offre nel sacrificio dell’altare. Dio si mette letteralmente nelle mani dell’uomo e diventa una sola cosa con lui.

 Di fronte a tanta grandezza, di un Dio amore che si offre totalmente all’uomo, la nostra trasgressione è quella di uscire da noi stessi accogliendo e contemplando il Mistero nella preghiera: “O memoriale della morte del Signore, pane vivo che dai vita all’uomo, fa che la mia mente viva di te e gusti sempre il tuo dolce sapore. Gesù, che adesso adoro sotto un velo, fa che avvenga presto ciò che bramo: che nel contemplarti faccia a faccia, io possa godere della tua gloria” (dall’Inno Adoro te devote). 

Lo sconvolgimento trasgressivo di Dio nella storia non avviene, però, solo rispetto al passato, ma anche di fronte al presente e al futuro. 

Il Signore Gesù, che pone la sua tenda in mezzo a noi, diventa il nostro compagno di viaggio nel presente e, rivelandoci Dio come Padre di tutti, fonda la fraternità universale degli uomini, impegnandoli a trasformare la storia e a realizzare il sogno di Dio che richiede di convertirsi e credere alla Vangelo (Mc.1,15). 

Conversione e accoglienza del Vangelo che non è solo cambiamento interiore della mentalità, ma è operare per il capovolgimento di quelle che Giovanni Paolo II ha chiamato le strutture di peccato e c’impegna nel lottare per un’economia d’uguaglianza, una politica di giustizia, una religione del Dio libero dalle immagini idolatriche e politeistiche della società opulenta, svincolato da una religione dei cosiddetti Teo-Con (teoconservatori e atei devoti) tesa a legittimare il potere, così come da un vago spiritualismo disincarnato, tipico della religiosità da supermarket e di un dio che molti tendono a costruirsi a proprio uso e consumo. 

La novità profonda del Dio con noi viene colta pienamente da Maria, la quale, esaltando il Signore Onnipotente ne celebra la misericordia che si stende su quelli che lo temono, ne comprende l’azione potente che disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolmando di beni di affamati e rimandando i ricchi a mani vuote (Lc.1, 46-55). 

La condivisione della condizione degli ultimi e dei poveri in Gesù si concretizza fino in fondo nella sua spogliazione totale, nel suo annientarsi “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil. 2,8), toccando l’abisso della nostra fragilità, della nostra stessa morte, facendola sua, diventando compagno del nostro dolore e identificandosi in tutti i crocifissi della storia. 

Crocifisso e morto per noi, il Terzo Giorno viene operata l’ultima trasgressione, la Resurrezione, con la quale distrugge la morte per offrirci la vita eterna imprimendo alla storia una direzione e un senso aperto al futuro

 Alla luce del futuro di Dio l’uomo non è una mosca in una bottiglia, non è un vagabondo che si perde in un viaggio senza meta e senza scopo vivendo in una folla di solitudini, è, invece, un pellegrino che insieme ai suoi fratelli è parte di un popolo in cammino, chiamato a realizzare, qui ed ora, il sogno di Dio, vale a dire il regno dell’amore, della giustizia e della pace che avrà il suo pieno compimento nella gloria dei “nuovi cieli e terra nuova nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2 Pt.3,13) e dove “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor.15,28). Si compie così la vera e paradossale trasgressione dei cristiani che vivono immersi nel mondo senza essere del mondo, per i quali “ogni terra straniera è loro patria e ogni patria terra straniera. Dimorano sulla terra ma sono cittadini del cielo e svolgono nel mondo la stessa funzione dell’anima nel corpo” (Lettera A Diogneto), perché il mondo si salvi per mezzo di Gesù (Gv. 3,17).

Possa allora, ognuno di noi, come Maria, accogliere l’immenso dono che Dio fa di se stesso per trasformarci in dono per gli altri ed essere sempre assetati di giustizia, costruttori di pace, testimoni gioiosi dell’amore.

 

Franco Accardo

 

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