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Fotografia e fumetto

FOTOGRAFIA E FUMETTO: IL MATRIMONIO S’HA DA FARE

La fotografia e il fumetto: un matrimonio forse indissolubile. Non sono pochi gli illustratori, infatti, che si sono distinti e si distinguono come ottimi fotografi. Nulla di più naturale anche perché non è certo un sospetto che la prima sia utilizzata ampiamente per produrre tavole riversate in noti fumetti del passato e del presente. Ciò è nelle cose, considerato che ‘illustrare’ significa ‘mettere in luce’ e come sia le fotografie che le illustrazioni abbiano svolto lo stesso ruolo, soprattutto nella editoria per ragazzi.

D’altronde in Treccani.it l’enciclopedia italiana, nella voce curata da Valerio Eletti, ‘illustrazione, Le immagini delle parole scritte‘, si apprende che “tutti da bambini siamo stati incantati dalle figure colorate che illustravano le poche parole scritte sui nostri primi libri. Ma basta sfogliare un libro, una rivista o un giornale per accorgerci che, in maniera forse meno emozionante, le illustrazioni affiancano e completano ancora molto spesso la nostra lettura. Pochi lo sanno, ma dietro queste immagini c’è un mondo, fatto di artisti e artigiani e di stili diversissimi tra loro. Con una tradizione che affonda le radici nei secoli passati, in continuo dialogo con le ricerche artistiche dell’epoca …”.

Nello stesso articolo si approfondisce la natura della illustrazione facendo emergere anche un altro senso del termine ‘illustrazione’: ‘dare i lustri’, ovvero nobilitare, impreziosire. È utile leggerlo anche per cercare di fare emergere i confini del concetto e rispondere alla domanda: si riferisce solo ai disegni e alle foto ritoccate in maniera che si avvicinino al disegno? Ovviamente stimola anche altri interrogativi, del genere: rientrano nella specie anche le caricature, le vignette satiriche, le cover dei libri e così via? Pur adottando la definizione classica, conclude che rientrano nella categoria tutto ciò che ne condivide lo sviluppo storico e quindi tutto ciò che si è elencato ma anche i poster e manifesti pubblicitari, le opere di arte grafica, le incisioni …

Attraverso queste valutazioni si giunge al ritenere che un testo possa essere illustrato a scelta tra i vari generi artistici via, via affermatisi. Naturalmente lo stile delle illustrazioni sarà scelto tra i movimenti artistici che più si confanno al testo. Pertanto ci si potrà imbattere in figura che si rifanno alla pop art o al surrealismo, al cubismo o all’espressionismo e così via senza alcuna preclusione. 

Per un excursus storico si rimanda al testo di Valerio Eletti, segnalando i primi esempi di illustrazioni nella editoria per ragazzi: quelle dei romanzi di Salgari e per il Pinocchio nonché le illustrazioni utilizzate nei regimi totalitari, soprattutto le immagini che si rifanno al monumentalismo asservito alle varie dittature del ‘900, non ultima quella italiana. 

Più di recente, invece, l’illustrazione ha dominato tutte le pagine avvalendosi della quadricromia e della attitudine degli illustratori a riprodurre i meccanismi di comunicazione visive utilizzando le ricerche stilistiche alla moda, sino a giungere all’uso delle elaborazioni digitali delle immagini.

Le nuove tendenze dimostrano che gli illustratori hanno assunto sempre maggiore autonomia tematica. Le loro ormai libere espressioni visive hanno cominciato a circolare nelle mostre, con successo e non è certo un caso se sono richiesti anche per produrre le cover dei dischi e C.D.

È, come si nota, una evoluzione che ha fatto affermare sempre più l’immagine che illustra come arte visiva tout court, impiegata ovunque possibile. 

Per chi volesse sperimentare un intervento sulle proprie fotografie che le avvicini alle illustrazioni dei fumetti, nel programma PICASA 3 c’è la opzione ‘fumetto’. Può bastare per farsi una idea dei possibili usi della digitalizzazione.

Come si può immaginare questo percorso è stato arricchito dall’intervento di non poche personalità, uomini di cultura davvero rilevanti, che hanno contribuito alla evoluzione della specie. Si pensi al contributo di Cesare Civita, la cui storia è rilevante anche per l’emarginazione razziale che lo costrinse ad emigrare in Argentina. Lì creò la più importante casa editrice del sud America e diede i natali alla famosa Scuola argentina del fumetto. La sua storia, in sintesi, è qui. Egli, attraverso la passione per i fumetti e il disegno, prima di dover lasciare l’Italia, era giunto alla direzione della Walt Disney Italia. Per approfondire questa figura, si segnala il libro ‘Abril : da Perón a Videla, un editore italiano a Buenos Aires’, di Eugenia Scarzanella (Roma, Nova Delphi, 2013).

Altro fenomeno, invece, è quello che riguarda comunque gli illustratori e la loro fantasia ma disimpegnata direttamente nella fotografia pura. In tal senso si pensi alla evoluzione del siciliano Giuseppe Orlando. È un affermato illustratore che, come è normale, ha illustrato, a esempio, anche per la rivista FUMETTOMANIA FACTORY ma è anche un fotografo le cui foto sono ben distinte dalle illustrazioni, di cui si può analizzare il curriculum qui.

Emerge chiaramente come, oltre che produrre illustrazioni impiegate, a esempio, pure da Emergency (un manifesto del 2003) e di scenografia, si occupi anche di fotografia in calendari e usi sia tecniche tradizionali che digitali certamente aiutato dal fatto che è un esperto in acrilico, gouache, acquerello, marker, tecniche miste. 

Interessante, infine, verificare come esistano degli ibridi che pure hanno trovato spazio in mostre rilevanti. È il caso di della mostra progettata da Donata Zanotti in collaborazione con Marta Azevedo, intitolata ‘Al di là del visibile’, nata nel Museo Civico di Storia Naturale di Milano, frequentato da bambini attratti dai diorami. Le autrici usano modificare le foto, utilizzando strumenti grafici come la penna, per aggiungere elementi che rompono gli schemi classici della fotografia. L’immagine originaria, pertanto, viene modificata assumendo altri originali sensi.

Alessia Orlando e
Michela Orlando

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