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Perfezionamento dell’uso del colore in fotografia

“Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione” (Henri Émile Benoît Matisse)

“I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni” (Pablo Picasso)

“I pregiudizi che molti fotografi nutrono verso la fotografia a colori nascono dal fatto che non pensano al colore in termini di forma. A colori si possono esprimere certe cose che non possono essere dette in bianco e nero” (Edward Weston)

PER IL PERFEZIONAMENTO DELL’USO DEL COLORE IN FOTOGRAFIA

Una schematizzazione con cui si volessero dettare le regole da rispettare per ottenere i migliori risultati possibili nell’accostamento dei colori in fotografia, soprattutto in quella paesaggistica, potrebbe essere contestata a ragione. Ciò accadrebbe giacché i gusti sono personali e mettere tutti d’accordo sarebbe impossibile. È innegabile, tuttavia, che certi effetti si ottengono con regolarità matematica così come accade in pittura. Considerando la ruota dei colori (si può vederla con approfondimenti teorici e ottimi esempi fotografici qui, qualora attraverso l’obiettivo si notassero e fotografassero due colori posti in posizione contigua nella ruota, come il blu e il verde, l’effetto che si otterrebbe, data la coerenza tra le vibrazioni dei due colori, sarebbe certamente rasserenante. Si potrebbe obiettare che il parallelo fotografia-pittura, in questa tematica, è un po’ forzato. Ciò perché il fotografo, in apparenza, subisce la situazione che gli si para davanti e si dovrebbe arrendere agli accostamenti che la natura gli impone. Il pittore, invece, decide quali colori privilegiare nella scena che intende rappresentare, anche alla luce delle sensazioni che intende suggerire. Nella realtà, invece, il fotografo può intervenire attivamente, sia scegliendo la posizione corretta per far emergere l’accostamento del colore che, addirittura, spostando uno o più elementi, quelli che ritenga centrali ed essenziali alle dinamiche da privilegiare, o fotografando in altre ore (Golden Hour e Blue Hour, a esempio). È così che riesce a soddisfare le necessarie domande da porsi per comporre correttamente la scena, ritrovandosi soddisfatto dell’immagine finale. Ciò vale, come detto, soprattutto per la fotografia dei paesaggi ma può valere addirittura anche per i ritratti. Si pensi al famoso quadro di Tamara De Lempicka, Jeune fille au vent, che si può ammirare qui. È caratterizzato da una evidente coerenza cromatica tra il vestito e gli occhi verdi della modella. E si pensi anche a una delle foto più significative di tutti i tempi: il ritratto realizzato da Steve McCurry a una donna dagli occhi espressivi. La si può vedere nelle due versioni, la protagonista da giovane e da anziana, qui, dove si può anche conoscerne la storia e, volendo, partecipare a una polemica tuttora in corso.

Risulta di tutta evidenza come le due foto si lascino ammirare certamente per la speciale intensità della modella ma anche per la clamorosa resa cromatica, che emerge sia dallo sguardo che dal colore dell’incarnato, sottolineati, però, dalle vibrazioni degli indumenti. 

Potrà essere utile, pertanto, approfondire i colori, acquisire le nozioni connesse ai colori primari, a quelli secondari e al loro accostamento. Come sempre: nel web c’è tutto. Ci si potrà accontentare della pagina Wikipedia, oppure accedere a una che offre anche una buona bibliografia e un web tour.

Potrebbe anche essere utile scoprire il senso dei cosiddetti ‘colori terziari’ ovvero quelli nati dalla mescolanza, in percentuali diverse, dei colori primari. Non si faticherà a trovarli nel web.

Alessia Orlando e
Michela Orlando

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