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Rino Gaetano fotografo

“Cambierò cambierò aria per placare la parte bambina di me a cui non so badare/ Scapperò/ scapperò scapperò dal tempo per trovare/ Al ritmo del cuore il passo da seguire”, da ‘Coiffeur’ di Katres.

“Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento” (Rino Gaetano).

(…) e che mi sfiora le labbra chi mi consola
forse un bambino già grande o io da sola
passava la notte passavano in fretta le ore
la camera fredda già si scaldava d’amore
chi troverà i miei seni avrà in premio il mio cuore
chi incontrerà i miei semi avrà tutto il mio amore
la luce discreta spiava e le ombre inventava
mentre sul mare una luna dipinta danzava
chi coglierà il mio fiore bagnato di brina
un principe azzurro o forse io adulta io bambina
mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio dormiva incantata (…)

da ‘Sei ottavi’, Rino Gaetano

RINO GAETANO: FOTOGRAFO

Quando un essere umano si accorge che la parola può essere piegata a un uso creativo, che fa? Svela significati che essa aveva già oppure ne aggiunge di nuovi, anche rivoluzionari rispetto a quelli paludati? Basterebbe scegliere uno dei testi scritti da Rino Gaetano e si scopre che se ci si libera dalle etichette si può fare, si può con originalità giungere ad approdi che solo dopo sembrano scontati. Ma perché questo è accaduto a Rino Gaetano? Le sue canzoni non sono, forse, caratterizzate da veloci avvicendamenti di immagini, come si trattasse di singoli fotogrammi realizzati incessantemente e messi assieme, apparentemente alla rinfusa, in maniera spiazzante? 

Basta approfondire un po’ nel web ed emerge che la sua esperienza è fatta di teatro e libertà. Ci si imbatterà nei suoi ‘rapporti’, risalenti al 1970 e 1971, con i poemi di Majakowskij, con i paradossi di Ionesco, con Pinocchio (fu la volpe in quello di Carmelo Bene), con Aspettando Godot di Samuel Beckett (interpretò il ruolo di Estragone).

Grande cultura, quindi, e sensibilità speciale, è questo che si rinviene dietro i suoi testi nonsense. Eppure, quando provò a svelarlo facendo questi nomi, accadde in una puntata di Discoring, Gianni Boncompagni lo fermò: a suo dire non era il caso di scomodare nomi così illustri per giustificare canzoni prive di senso. 

Da questi fattori, che sarebbe facile sommare (creatività più capacità di osservare più cultura più applicazione per conoscere le tecniche necessarie …), emerge che Rino Gaetano non poteva che essere anche un ottimo fotografo. E lo fu. Purtroppo sono in pochi ad aver visto le sue diapositive, ma esse esistono, come racconta sua nipote Alessandro e come si può verificare nel web. Si estrapola una conversazione da qui.

Posted on settembre 1, 2013 

“Ieri dopo una serie di ricerche su internet sono venuto a conoscenza che Rino, oltre ad essere cantautore e scrittore, fosse anche, negli ultimi anni della sua vita, un fotografo! Mi sono imbattuto in una forumcommunity gestita dal nipote di Rino Gaetano: Alessandro Greyvision. La conversazione era la seguente:

eiocisto84: “Essendo un appassionato di fotografia alle prime armi ero incuriosito dal Rino fotografo. Sappiamo che si dedicava anche alla fotografia nel suo tempo libero (ricordo l’aneddoto della camera oscura di Alessandro). Ecco, la mia domanda: che voi sappiate è mai stato pubblicato qualcosa di quei suoi lavori. Grazie Anticipatamente”.

rino gaetano – nome utente utilizzato da Alessandro (nipote di Rino) -: “Ciao! No, non è mai stato pubblicato nulla. Abbiamo in casa delle belle diapositive scattate da Rino. Io in parte ho ereditato anche questo da mio zio. A presto Ale”.

Avete capito bene! La famiglia Gaetano possiede diverse foto e album fotografici realizzati da Rino. La speranza di noi fan è quella di poter vedere, al più presto, questi scatti. Rino si dilettava in varie arti, e i prodotti di queste sono stati lasciati in eredità alla famiglia. I parenti, in modo sporadico, stanno pubblicando i lavori che non sono ancora di dominio pubblico. Ad esempio la canzone ‘Ciao Charlie’ che uscì nel 10 luglio 2010. Chi volesse ascoltarla clicchi sul link seguente. La passione di Rino per la fotografia è riscontrabile in ‘Ma il cielo è sempre più blù’. Infatti, la canzone non è altro che una sequenza di flash fotografici, riguardanti situazioni quotidiane, come: “chi muore a lavoro”, “chi beve un bicchiere”, “chi gioca ad azzardo”, “chi porta gli occhiali” e così via. In seguito al mio interesse per il Rino fotografo sono andato a leggermi una sezione del libro ‘Rino Gaetano live’ di Emanuele Di Marco dove viene affrontato questo argomento. Ho scoperto, grazie alle testimonianze di Pierluigi Germini (amico e collaboratore di Rino), che Rino fosse una Polaroid vivente e fotografasse le cose più disparate”.

L’insegnamento che sembrerebbe di poter trarsi da questa faccenda sul piano fotografico, sta nel fatto che alcune arti si alimentano vicendevolmente. Imprescindibile è l’uso della fantasia ma è evidente quanta voglia di osservare sia richiesta in ognuna di esse. Rino Gaetano era indubbiamente un osservatore attento che riuscì a non lasciarsi attrarre dalla trappola della omologazione, elaborando una nuova via per scrivere che risentì chiaramente delle sue attitudini di fotografo. Per tutto ciò si deve ritenere che se fosse stato ancora in vita avrebbe raccontato instancabilmente la società attuale da angoli visuali innovativi, con il piglio della veggenza rifiutando le banalità tipo amore/cuore. E l’avrebbe fotografata ancora.

Alessia Orlando e
Michela Orlando

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