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Il trasfmormismo della politica locale

Dal locale al nazionale al locale. Un andirivieni. Passaggi di palla come nell’atto di decisione della battuta al tennis da tavolo. Uno spostamento del baricentro che non ha eguali. Centro politico, sì. Magari. Forse. Abili senza ombra di dubbio, gli esponenti della neonata formazione politica de “La Nazione”, a spostare l’argomento da una parte all’altra. Una serie di finte che non ha paragoni con i migliori fantasisti del calcio degli anni d’oro degli olandesi. Domande schivate. Dribblate. Risposte incomplete. Questa la sintesi della conferenza stampa di presentazione del terzo polo ercolanese tenutasi questa mattina nell’aula consiliare del Palazzo di Città di corso Resina.
Il luogo. Tutto un programma. A fornire le autorizzazioni necessarie è il presidente del consiglio comunale. Lo stesso che è coordinatore politico dell’Udc. Uno dei due partiti che, ad Ercolano, insieme all’Api vola nel centro. Moderato. Liberale. Storico. Come lo amano definire alcuni dei suoi esponenti locali. Storicità che viene a mancare andando a ripercorrere l’almanacco politico di alcuni di questi personaggi. Si parla di valori cattolici. In un partito in cui il massimo esponente, almeno a rispetto dei ruoli istituzionali, l’assessore Lino Vitiello, vanta (a ragione) di aver militato nel partito comunista. Già segretario dei Ds. Un esempio, non unico nel suo genere, che va a cozzare con quelli che sono stati i fasti di un centro cattolico. Quella che un tempo, per azzardo, fu la “Democrazia Cristiana”. Più semplicemente e vicina storicamente “Margherita”.
La nascita di questo polo è di grande interesse anche per altre personalità. Un partito che è in linea con quello nazionale”, afferma Vitiello. Due frasi chiave che inquadrano perfettamente il ruolo che vuole svolgere questa formazione nello scacchiere politico della città degli Scavi. Fare da ago della bilancia. Essere il centro che può andare a sinistra tanto quanto a destra. Così è nelle corde del nazionale, del regionale, del provinciale. Tant’è che ci sono amministrazioni, a tutti i livelli, in cui sono al governo e da una parte e dall’altra. Ad Ercolano c’è però una differenza sostanziale. Andranno sempre a sinistra. Non tanto per ragioni di fede politica. Di attaccamento alla maglia. Altrimenti non ci sarebbe un ricambio di casacche tanto repentino. Bensì per il semplice e sostanziale fatto che qui sarà a vincere sempre questa fazione. Per le persone che la compongono. Per quanto risultano in termini di consensi elettorali. se per assurdo, una parte di quanti sono oggi nelle fila di partiti come Pd, Udc, Api, Idv ad Ercolano un domani si candidassero con quella che è oggi l’opposizione vincerebbero ugualmente. È un dato di fatto. A testimoniarlo alcuni consiglieri che hanno cambiato più partiti che un gatto una lettiera in un mese. A livello locale, nelle amministrazioni comunali, ancor più che ad altri livelli, contano le persone. Le facce. Le promesse. Non quelle della campagna pubbliche. Ancor più quelle individuali. L’accordo relativo al voto.
Una situazione, quello tinteggiata nella sala consiliare questa mattina, che sembrava, per gli amanti dell’arte moderna, un quadro di Anselm Kiefer. Un pittore che in molte sue opere mette su tela la finzione come momento necessario della vita. Questo è. Nulla più. Nulla meno. Tante belle parole espresse. In politichese, com’è ovvio che sia. Preamboli. Giri di parole. Per dire che si cercherà di dare un aiuto alla maggioranza presentando un proprio piano programmatico (prossimamente al Mav)  e che se verrà richiesto saranno pronti ad aiutare la stessa con le capacità interne al partito. Tradotto in spiccioli per tutti sta a significare che verranno messi sul tavolo alcuni punti obbligatori nell’attuazione e che si chiederà un secondo assessorato. Questo secondo punto magari non nell’immediato, ma magari in un rimpasto di non lungo termine che vedrà senza ombra di dubbio una uscita del socialista Torello. A testimoniarlo lo spirito di interesse e il politichese stretto adottato dal già assessore nella giunta Daniele, Enrico D’Agostino. Sarà verosimilmente lui l’uomo da inserire su qualche poltrona. Sul fronte capogruppo che diventerà unico in sede di consiglio (il prossimo utile è questo lunedì 24 alle ore 20.30) si profila una corsa a due tra l’attuale dell’Api Rosario Scognamiglio e l’ex democratico Nicola Grimaldi.

Ciro Oliviero

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