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Almamegretta: “Il Mediterraneo un mare di morte, con Sanacore realizzammo le nostre idee”

A 25 anni di distanza dall’album che segnò la carriera artistica degli Almamegretta la storica band partenopea torna con una versione rimasterizzata di “Sanacore”, disco fondamentale della cultura musicale italiana degli anni 90′, disponibile in fisico e digital remaster con l’aggiunta di due brani inediti d’archivio: “Tamms Dub” e “Heartical Dub,”un dub prodotto da da D.raD e un pezzo strumentale mixato da Adrian Sherwood ( produttore discografico e dub master britannico).

A corredo dell’album anche i testi delle canzoni e le foto inedite delle sessioni in studio e a Procida del 1994. Per celebrare i venticinque anni Radio Siani ha intervistato Gennaro Tesone, che ha raccontato la nascita e la genesi di “Sanacore”, dipingendo un affascinante affresco culturale della Napoli degli anni 90, attraverso sogni, speranze e voglia di riscatto.

 

Venticinque anni fa, veniva pubblicato “Sanacore”, album che segnò la carriera artistica della band. Come nacque quell’album e che contesto culturale si respirava intorno agli Almamegretta all’epoca?

 

Quando ci siamo guardati negli occhi, dopo un paio d’anni di tour in cui abbiamo portato in giro i pezzi di Animamigrante, nostro primo album, con una grande risposta di pubblico, ci siamo resi conto che eravamo pronti per affrontare la produzione di un nuovo disco. Tra l’altro durante i soundcheck emergevano sempre nuove idee che ci sono state molto utili poi nel momento della creazione dei brani per Sanacore. Optammo per una location che ci permettesse di stare molto concentrati, senza distrazioni che arrivassero dall’esterno. Una situazione come quella di una casa a Procida, la più piccola isola del Golfo di Napoli, ci sembrò l’ideale per quello che avevamo in testa. In questo contesto isolato però la realtà che avevamo lasciato fuori, sulla terra ferma, non rimase all’esterno del lavoro. In quegli anni a Napoli si respirava una sorta di aria nuova, che dava speranze al tanto agognato cambiamento e che sembrava a portata di mano. Pareva che ci si stava avviando verso una dimensione che vedeva Napoli come una moderna metropoli del Mediterraneo. Promesse e speranze che in pochi anni si sono rivelate del tutto illusorie.

 

 

Come nacquero i vari testi da inserire nell’album?

 

 

I nostri testi sono sempre nati da discussioni collettive poi sintetizzate ed elaborate in forma “poetica” da Raiz. Quindi trovano spazio nell’album tutta una serie di temi che in quegli anni stavamo vivendo: dalla guerra nell’ex Jugoslavia all’assassinio di Jerry Masslo, sudafricano ucciso a Villa Literno (CE), dalla condizione della donna alla sessualità vissuta secondo la propria indole, dalla situazione di rilancio d’immagine che stava vivendo Napoli ai tempi, al discorso sulle false identità.

 

 

Vi aspettavate, venticinque anni fa, al momento della pubblicazione tutto quel successo per il progetto “Sanacore” e per gli Almamegretta?

 

 

Sinceramente non penso che potevamo sperare in un successo così duraturo ed esteso. Noi facemmo come al solito quello che più ci piaceva e convinceva. Evidentemente siamo riusciti a toccare corde che hanno saputo vibrare e farsi ascoltare da tanta gente che ha legato Sanacore a un pezzo significativo della propria vita. E di sicuro non è poco. Quando succede una cosa del genere significa che si è fatto centro e che l’obiettivo di condividere emozioni è perfettamente riuscito.

 

 

 

L’album nella fase di produzione nacque tra Procida, Napoli e Londra. Fu una scelta oppure uno incrocio di giuste combinazioni ?

 

 

È stata una scelta produrre l’album in un posto magico come Procida. Il resto è accaduto per necessità. Le registrazioni delle voci e qualche altro strumento suonato da “ospiti” avevano bisogno di una situazione tecnica più affidabile e quindi si è scelto uno studio bello e professionale come era il Megaride, che si trovava nei pressi del lungomare di Napoli. Mentre il mixing è stato realizzato a Londra perché lì Adrian Sherwood aveva lo studio.

 

 

 

Gli inediti “Tumms Dub” e “Heartical Dub” sono brani inediti ritrovati. Come è stato ripescarli dopo tanto tempo?

 

 

Gli inediti fanno parte della pre-produzione di Lingo, l’album successivo a Sanacore. Furono scartati ai tempi perché ci rendemmo conto che erano troppo vicini al mood di Sanacore. E noi invece volevamo fare un disco diverso dal precedente, come è stata sempre nostra attitudine. Tamms Dub è una tammurriata dub mixata da D.RaD ed è stato un modo di avvertire meno la sua assenza che tanto ci pesa e ci peserà per sempre, da quella notte del 1º novembre 2004, quando un incidente stradale ce lo portò via per sempre. Mentre Heartical Dub era solo abbozzato ed è stato completato a distanza, durante il primo lockdown. È stato poi inviato ad Adrian che ha provveduto a fare come al solito un mixaggio appropriato e affascinante.

 

 

Che situazione vive attualmente la vostra città e il “vostro” Mediterraneo sia musicalmente che nel contesto sociale?

 

 

Purtroppo negli ultimi tempi Napoli sta subendo una sorta di involuzione culturale, sociale ed economica. Si avverte un’aria di chiusura autoreferenziale che sta danneggiando il presente e il futuro della città. E l’emergenza sanitaria ne sta ovviamente peggiorando il già precario tessuto sociale ed economico. Nel frattempo il Mediterraneo è sempre di più un mare di morte, dove cadono centinaia di vittime nell’umano tentativo di rincorrere una vita un po’ più felice e degna di essere vissuta. Un dramma che si consuma nella sostanziale indifferenza e/o ostilità dell’Europa intera. Mi pare logico che in situazioni del genere la musica non esprima altro che il vuoto che stiamo vivendo e che ci fa affogare lentamente ma inesorabilmente nelle sabbie mobili che ci avviluppano. Solo che non ce ne accorgiamo granché.

 

 

Sergio Cimmino

 

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