Da venerdì 8 a domenica 17 Novembre il maestro Peppe Barra sarà protagonista al Teatro Augusteo con “I Cavalli del Monsignor Perrelli” scherzo in musica in due tempi che segna il ritorno insieme a Lamberto Lambertini dopo anni di separazione.
Uno spettacolo antico e comicissimo alla scoperta di un personaggio realmente esistito alla corte di Re Ferdinando IV, intriso nell’anima popolare e burlona della città, condita dall’immensa arte teatrale del maestro. Una chiacchierata insieme ad una leggenda del teatro partenopeo e nazionale che ci racconta come nasce questo spettacolo e dello stato attuale del comparto teatrale.
Maestro, dopo tanti anni ritorna al fianco di Lamberto Lambertini. Come è stato ritrovarsi?
E’ stato molto bello è stato anche molto emozionante perché abbiamo riveduto delle cose belle e pensato delle cose da fare e speriamo che tutto si realizzi.
Può dirci che personaggio è stato il Monsignor Perrelli e cosa rappresentava per il popolo partenopeo?
Il personaggio del Monsignor Perrelli è stato per il popolo napoletano è stato un personaggio sicuramente da non prendere come esempio (essendo un personaggio folle e particolare), ma comunque è rimasto nel cuore dei napoletani, tant’è che ne rimasto anche un proverbio: “..s’ì siccsicc c’a pare nùcavall e Monsignor Perrelli”.
Che momento vive il teatro partenopeo e quello nazionale?
Non sta vivendo un bel momento, io spero sempre nei giovani e nel futuro, però non è colpa solo del teatro ma della politica che non si interessa della cultura e l’ Italia in questo momento avrebbe bisogno in questo momento avrebbe bisogno di una politica che fosse più attenta alla cultura, perché il teatro è cultura.
Maestro a 75 anni compiuti un bilancio della carriera e i suoi progetti futuri.
Sono contento di quello che avuto e di tutto il percorso, soprattutto insieme a mia madre Concetta Barra, ho fatto delle cose belle rifacendo tante cose che ho fatto. Per il futuro non faccio progetti immediati, perché sono molto fatalista ( C’a c stamm e domani non ci siamo più, “ride”) perciò è meglio farli sull’immediato, vedremo cosa succede.
Sergio Cimmino