Venezia 75: William Dafoe incredibile Van Gogh diretto da Schnabel

Difficile resistere al fascino dell’arte. Ancor di più in un tempo in cui il cinema se ne interessa tanto, spesso a discapito della qualità. Si può dire l’opposto di “At Eternity’s Gate”, traducibile come ‘alle porte dell’eternità’, prospettiva che anela il film di Julian Schnabel.

Il racconto gira intorno alle tristi vicende che hanno costellato la vita di Vincent van Gogh, genio tormentato riconosciuto come tale solo dopo la sua morte. Ad interpretare il pittore è un Willem Dafoeestremamente convincente, costantemente in bilico tra realtà e delirio. Con il proseguire del film, lo sguardo del regista si trasforma sempre più in quello del personaggio: confuso, offuscato dal delirio di quell’eternità a lui accessibile. Un film diverso dai soliti biopic, personale e supportato da un cast con nomi interessanti come Oscar Isaac (Gauguin), Rupert Friend, Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric e Mads Mikkelsen. “At Eternity’s Gate” è in concorso nella 75esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Nella sezione Orizzonti, un piccolo gioiello tratto dall’omonimo best seller di Zerocalcare. “La profezia dell’armadillo” trasporta, dal fumetto allo schermo, incubi e coscienza di un quasi trentenne della periferia di Roma. L’opera prima di Emanuele Scaringi è una commedia che parte da un lutto, concetto capace da solo di sottolineare lo spessore del film, senza dover scomodare la geniale trasposizione in carne e ‘strato corneo’ dell’armadillo gigante, coscienza del protagonista, interpretato da Valerio Aprea.

Zero (Simone Liberati) e Secco (Pietro Castellitto), eroi italici dei nostri tempi, appassionano e fanno tenerezza, sono i trentenni di oggi con le serie TV, il tempo perso, il lavoro precario e le parole, tante, troppe e mai banali, come questo film, in sala dal 13 settembre.

 
Emma Di Lorenzo