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L’urlo di Orsino. Non lasciamolo solo

L’imprenditore che denunciò il racket, ora rimarrà senza casa.
Luigi Orsino, lancia un grido disperato, ma anche una richiesta di aiuto, su facebook: “Cari amici, purtroppo devo dire che la burocrazia di questo stato malato ha deciso di recarmi l’estrema offesa. – scrive- Domani (mercoledì 29, ndr) alle ore 9 l’Ufficiale Giudiziario accompagnato dalla forza pubblica mi getteranno in strada.Non avendo dove andare e non avendo disponibilità economiche dovrò restare per strada. SI SEQUESTRANO I BENI DEI CAMORRISTI NON QUELLI DELLE VITTIME CHE A RISCHIO DELLA VITA HANNO DENUNCIATO I MALAVITOSI. Siete tutti invitati ad assistere alla mia fine, senza nuocere a nessuno se non a me stesso, davanti all’ultimo insulto mi cospargerò di benzina e mi darò fuoco. Il mio indirizzo è: Viale delle Acacie N° 6 San Sebastiano al Vesuvio (NA). Un saluto ed un abbraccio a tutti. Luigi Orsino”.

Chiediamo a tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni di non lasciare solo Luigi.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertolt Brecht

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