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Scorta per Lliana Segre: sopravvissuta ad Aschwitz, oggi ci ricorda che il nazismo può tornare.

Uscita viva dai campi di concentramento della seconda guerra mondiale, ma in pericolo a 89 anni per sentimenti di odio e xenofobia nel 2019.

Troppe le minacce per Liliana Segre, tra i pochissimi testimoni ancora in vita dei campi di sterminio nazisti. Dopo i suoi recenti interventi in Senato, spesso non apprezzati da alcuni rappresentanti politici vicini alla destra, Liliana Segre è stata oggetto di diverse minacce personali sui social, ma anche con striscioni da parte di alcuni esponenti di Forza Nuova.

 

E così il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal prefetto di Milano Renato Saccone, ha deciso di assegnare la tutela personale a Liliana. La senatrice a vita sarà accompagnata costantemente da due carabinieri. La necessità di tutelare l’incolumità di Liliana Segre è un episodio ritenuto da rappresentanti delle istituzioni, da molti politici e da esponenti della cultura italiana ed europea un fatto estremamente grave. Sottolinea la presenza nel nostro paese di un sentimento di odio razziale che da silenzioso e latente risulta sempre più manifesto ed evidente.

 

Liliana Segre è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Mattarella lo scorso anno.
Nata a Milano il 10 settembre 1930, in una famiglia ebraica, Liliana fu espulsa da scuola nel 1938 a causa delle leggi razziali. Dopo essersi nascosta per lunghi periodi, nel 1944 venne catturata dai nazisti e deportata con gran parte della sua famiglia (che non rivedrà più) verso il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Col numero di matricola 75190 tatuato sul braccio viene messa ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni “Union” della Siemens. Venne liberata dall’esercito russo il primo maggio 1945. Su 776 bambini italiani, solo 25 sopravvissero ai lager di Aschwitz.

 

 

Valerio Di Salle

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