L’Italia è al 61mo posto al mondo per corruzione con un voto di 44 su 100.
Questa classifica sulla corruzione della pubblica amministrazione è stata pubblicata da Transparency International. Rispetto allo scorso anno si assiste ad un minimo miglioramento nel giudizio sul nostro Paese, che infatti guadagna un punto (da 43 a 44) e 8 posizioni nel ranking mondiale (da 69 a 61). Pur migliorando a livello globale rispetto agli anni precedenti, la posizione dell’Italia rimane purtroppo in fondo alla classifica europea, seguita solamente dalla Bulgaria. L’italia si presenta alla pari con Lesotho, Senegal, Sudafrica e Montenegro. All’interno degli ecosistemi mondiali vale la pena di sottolineare il crollo del Brasile, duramente colpito dal caso Petrobras. I paesi più corrotti in assoluto sono Somalia e Corea del Nord (soli 8 punti), mentre mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza.
“Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni.” – commenta Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia – “Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisi e aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti”.
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