Tornando a casa da scuola, in pausa pranzo, a lavoro, in coda alle casse del supermercato, basta poco meno di mezz’ora per poter apprezzare il primo lavoro di Bogo, giovane artista campano. ‘Animali stanchi’ è una critica ai tempi attuali di immediata comprensione, seppur soltanto accennata: l’essere umano per Davide Napoleone, nome vero dell’artista, è “troppo stanco per litigare”, assuefatto ad una società ormai povera di valori tendente al omologazione e alle “fabbriche di plastica” descritte da Grignani già nel lontano ’96.
Il disco è composto da cinque ballate pop con incursioni, anche piuttosto riuscite, nel cantautorato italiano di fine anni 60 e nel britpop inglese di inizio secolo.
Le liriche, spesso ossimoriche, accompagnano i ritmi e sonorità molto orecchiabili frutto di una buona amalgama degli arrangiamenti strumentali. Il risultato è un lavoro godibile, genuino, ben assortito che lascia facilmente intuire le potenzialità del cantautore, che ci auguriamo faccia parlare di sé a lungo.
Luigi Oliviero