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Processo omicidio Barbaro: la parola ai collaboratori di giustizia. VIDEO COMPLETO

Il 26 gennaio 2017, presso la Quarta sezione penale Corte di Assise di Napoli si è tenuta l’udienza del processo a carico di Natale Dantese, Pasquale Spronello e Antonio Sannino per l’omicidio di Salvatore Barbaro.
Salvatore fu ucciso a via Mare ad Ercolano il 13 novembre 2009 per un tragico scambio di persona, la sua “colpa” quella di guidare un auto dello stesso modello della vittima predestinata, una vittima innocente dell’assurda faida di camorra tra gli Ascione – Papale e i Birra – Iacomino.
Per questo omicidio già è stato condannato con rito abbreviato Vincenzo Spagnuolo, alisas Vincienz a brek, a trenta anni di reclusione.
Erano presenti in aula gli imputati Pasquale Spronello e Antonio Sannino, mentre Natale Dantese in collegamento telematico.

Nell’ udienza odierna sono stati ascoltati dagli avvocati difensori e dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal Pm Dott. Sergio Ferrigno, due collaboratori di giustizia Andrea Esposito e Ciro Gaudino collegati da siti riservati.
Il primo chiamato a deporre è stato Domenico Esposito. “Ero un elemento organico al clan Ascione, avevo una piazza di spaccio, mi occupavo di estorsioni e ho partecipato all’ omicidio Battaglia prendevo ordini direttamente da Natale Dantese”.
Esposito nella sua deposizione ha raccontato come è venuto a conoscenza di questa triste vicenda.
“Dopo qualche mese dall’ omicidio un altro elemento del clan Ascione, Claudio Itrio, mi confidò come era andata. Doveva morire Ciro Savino perché apparteneva al clan rivale, ma la soffiata fu errata e i killer sbagliarono obiettivo”.

E’ stata la volta poi di Ciro Gaudino: “sono il cugino di Ciro Montella ero un killer del clan Ascione. I capi del nostro clan erano mio cugino, Natale Dantese e Pietro Papale, il nostro scopo era quello di distruggere i Birra, li dovevamo uccidere tutti. L’omicidio di Salvatore Barbaro però è stato un errore, lo specchiettista ha rovinato tutto”.
Gaudino ha raccontato le fasi immediatamente successive all’omicidio di Salvatore.
“In quel periodo lavoravo a Firenze, ogni fine settimana tornavo ad Ercolano perché dovevo uccidere i Birra. Era una guerra, Ciro Savino doveva morire. Il giorno dell’ omicidio tornavo da Firenze, arrivato ad Ercolano capii quasi subito che fu ucciso un innocente, presi il motorino e andai a via Mare. La gente del quartiere mormorava che avevano ucciso a Salvio il cantante. Andai da mio cugino e mi disse chi era stato, secondo lui era impossibile che i killer e lo specchiettista avevano sbagliato obiettivo, ma non ero convinto. Andai di nuovo a via Mare ed ebbi la conferma che avevamo fatto un errore”.

La prossima udienza è fissata per il 26 gennaio 2017, giorno in cui sarà chiamato a deporre Giuseppe Capasso, un altro elemento di spicco del clan Ascione, oggi collaboratore di giustizia.

 

Di seguito il video integrale dell’udienza con le deposizioni complete.

 

 https://www.youtube.com/watch?v=WtUThVGiNXg|660|390|0

  

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